L’area di Italia ’61, un tempo vetrina internazionale durante l’Esposizione del 1961, oggi vive una fase di forte degrado e insicurezza. Il grande parco urbano, il laghetto artificiale e lo storico Palazzo del Lavoro progettato da Pier Luigi Nervi sono sempre più associati a episodi di spaccio, incuria e mancanza di manutenzione.
Dopo la denuncia di una madre, che racconta di aver smesso di frequentare il parco con il figlio a causa della presenza di spacciatori, è arrivata anche quella del consigliere comunale del M5s Andrea Russi. In un’interpellanza depositata a Palazzo Civico, il consigliere descrive “una presenza stabile di soggetti dediti allo spaccio di stupefacenti”, che si muoverebbero su monopattini e biciclette tra il parco, il laghetto e le aree retrostanti il Palazzo del Lavoro.
Il trasloco forzato
Secondo molti, la vicinanza con piazza Bengasi - dove è stata istituita una “zona rossa” per contrastare degrado e microcriminalità - potrebbe aver prodotto un effetto spiazzamento, spostando le attività illecite in zone limitrofe meno presidiate.
A restare irrisolto è il nodo del Palazzo del Lavoro, vuoto e in stato di abbandono, nonostante sia stato acquistato nel 2020 dalla Cassa Depositi e Prestiti. La mancanza di un progetto concreto di riqualificazione e di funzioni attive nella struttura favorisce la percezione di insicurezza e il degrado dell’area.
A settembre, in Circoscrizione 8, si terrà un Consiglio aperto per affrontare pubblicamente il tema, con l’obiettivo di definire un percorso condiviso per restituire dignità a uno dei luoghi simbolo della città.