L’area di Italia ’61 - un tempo fiore all’occhiello dell’Esposizione Internazionale del 1961 - oggi è al centro di un’allarmante situazione di degrado e spaccio. Il grande parco urbano, il laghetto artificiale, e persino il Palazzo del Lavoro dell’architetto Pier Luigi Nervi, simboli della vocazione culturale e architettonica della zona, sono sempre più spesso associati a episodi di spaccio, incuria e insicurezza.
Dopo la denuncia di una mamma, ecco quella del consigliere comunale del M5s, Andrea Russi, che ha depositato un’interpellanza per chiedere conto al Comune dello stato dell’area. Nel documento si fa riferimento a “una presenza stabile di soggetti dediti allo spaccio di stupefacenti”, che opererebbero in pieno giorno, spesso muovendosi su monopattini e biciclette tra il parco, il laghetto e le aree retrostanti il Palazzo del Lavoro.
Il precedente
“Era uno dei pochi spazi verdi dove portavo mio figlio dopo la scuola. Ora evito. Non è più un parco, è diventato un punto di scambio tra spacciatori. Arrivano su monopattini, si fermano vicino al vecchio chiosco, fanno quello che devono fare e se ne vanno”. Così raccontava una mamma non più tardi di venti giorni fa.
Secondo Russi la vicinanza a piazza Bengasi - dove è stata istituita una “zona rossa” per contrastare degrado e microcriminalità - potrebbe aver provocato un effetto spiazzamento, cioè lo spostamento delle attività illecite verso aree limitrofe meno presidiate, come appunto Italia ’61.
La risposta del Comune
A rispondere è stato l’assessore alla Sicurezza Marco Porcedda, che ha confermato come nel corso del 2025 siano pervenute tre segnalazioni relative ad attività di spaccio nel parco. Tuttavia, ha precisato che la competenza operativa è delle forze di polizia statali, mentre la Polizia Locale effettua controlli legati al decoro urbano e alla pulizia dell’area.
"E' prevista l’installazione di nuove telecamere in zona Nizza Millefonti - ha aggiunto Porcedda -, anche se non è ancora chiaro in quali punti verranno posizionate, con certezza solo nelle vicinanze di piazza Bengasi. Aggiungo però che due telecamere sono già attive in corso Unità d’Italia, puntate verso il laghetto e il giardino".
Il nodo Palazzo del Lavoro
Uno dei problemi centrali resta però la mancata riqualificazione del Palazzo del Lavoro, oggi edificio vuoto e vulnerabile che amplifica l’isolamento e la marginalità dell’area. Il sito, acquisito nel 2020 dalla Cassa Depositi e Prestiti, è ancora in attesa di un vero progetto di rilancio. La mancanza di funzioni attive e presidiate nella struttura - nota anche per essere stata usata come rifugio o punto d’incontro - contribuisce a una percezione di abbandono e insicurezza.
“Parliamo di uno dei contesti più delicati e strategici del quartiere - scrive Russi -. Serve una visione chiara per restituire al parco e al suo patrimonio storico la dignità che meritano”.