La fama di cui l’archeologo ed egittologo Zahi Hawass gode a Torino è dimostrata dal sold out dell’incontro che tiene questa sera, lunedì 8 settembre, al Museo Egizio.
“Questo è il museo più completo dopo Cairo - spiega Hawass - se parliamo dell'Egitto Antico, ci sono solo due musei: il Cairo è il numero uno e il museo di Torino è il numero due. È l'unico museo dopo il Cairo che mostra solo fatti di arte egizia ed è bellissimo e completo come museo”.
L’egittologo, famoso soprattutto per le sue scoperte sulla genealogia di Tutankhamon, per la prima volta si trova in visita a Torino, città che ha scelto per la presentazione in Italia del suo libro autobiografico “L’uomo col cappello”.
L'uomo col cappello
“Tutta la mia vita è stata molto entusiasmante perché faccio un lavoro meraviglioso. Ogni volta che scopro qualcosa, Saqqara, Luxor e Giza per me sono tutti momenti molto importanti e che mi rendono orgoglioso”.
Nel 2024, Hawass aveva espresso la sua disponibilità per guidare il Museo Egizio come direttore, incarico poi rinnovato a Christian Greco.
I complimenti a Christian Greco
“Penso che Greco abbia fatto un ottimo lavoro, è un grandissimo egittologo, rispettato da tutti e penso che non c'è, nella mia opinione, in Italia, qualcuno che sia capace di essere il direttore di questo museo come Greco”.
Tra le varie battaglie portate avanti da Hawass nel corso degli altri, quella di riportare i reperti egiziani nel loro Paese d’origine. “Questa è la mia battaglia, ho riportato finora circa 6.000 oggetti in Egitto. La cosa peggiore che un museo possa fare è comprare artefatti di un altro Paese. Il Museo Egizio non lo ha mai fatto” precisa l’egittologo che aggiunge: “Attualmente sto portando avanti su internet due petizioni, una include il busto di Nefertiti che attualmente è a Berlino per riportarlo indietro, la stella di Rosetta che è al British Museum per riportarla in Egitto e lo zodiaco di Dendera che è a Louvre. Intendo riportare questi tre oggetti per esporli al GEM, al Grande Egyptian Museum al Cairo”.
Parallelamente, le grandi scoperte ancora da fare. “Finora abbiamo scoperto solo il 30%, rimane il 70% ancora da scoprire sotto le sabbie dell'Egitto. manca ad esempio la tomba di Cleopatra, di Marco Antonio, di Alessandro Magno e di alcune regine, alcuni faraoni anche della diciottesima dinastia. Quindi mancano ancora tanti personaggi all'appello da dover trovare".
Il paragone con Indiana Jones
Alcune di queste scoperte sono vicine alla svolta. “Attualmente sto indagando sui tre vuoti che ci sono all'interno della piramide di Cheope. Poi spero di trovare presto la mummia di Nefertiti della quale sto cercando la tomba nella Valle dei Segni. Infine, Posso affermare adesso che Tutankhamon non venne ucciso, morì per un incidente e quindi non per un omicidio”.
Spesso associato alla figura di Indiana Jones per il suo iconico cappello, per la sua prossima grande scoperta alla piramide di Cheope intende coinvolgere il vero Indiana Jones, Harrison Ford. “Per il mio prossimo documentario lo voglio al mio fianco. E sì, anche io ogni tanto mi sento come Indiana Jones”.