Scuola e formazione - 01 ottobre 2025, 12:13

UniTo, inizia l’era Prandi: “Io, prima donna rettrice: sento la responsabilità. Gaza ci interroga: non siamo indifferenti” [FOTO]

Cerimonia ufficiale di insediamento per la nuova guida dell’Università. “Condivisione e confronto: no alla precarietà”. Gli studenti di Cambiare Rotta leggono una lettera: “Parole vuote, senza i fatti”

Mentre all’esterno alcune decine di studenti contestano, inizia puntuale il mandato da rettrice dell’Università degli Studi di Torino per Cristina Prandi, prima donna a ricoprire questo ruolo fino al 2031.

Senso di responsabilità 

Assumo questa carica con grande senso di responsabilità - sono le sue prime parole -: responsabilità verso questa comunità nella speranza di costruire un futuro migliore. Ma sento anche un eredità di inestimabile valore. Inizia un tempo nuovo: non mi sfugge il fatto di essere la prima donna a essere eletta rettrice, frutto di un cammino collettivo. Ma non è un punto di arrivo: è un punto di partenza lungo un cammino ancora lungo visto che solo la metà delle donne lavora e una su cinque è costretta a lasciare i lavoro dopo la maternità”.

Ricerca e condivisione

Dobbiamo rafforzare la nostra funzione pubblica costruendo saperi in modo libero e indipendente: abbiamo bisogno di tutti, di ogni età e competenza. Servono percorsi e spazi di confronto anche nella distribuzione delle risorse e nell’uso della tecnologia. Non c’è partecipazione o trasparenza senza un primo fondamentale livello di condivisioni di conoscenza”.

Sulla didattica, l’offerta dovrà “mettere al centro le persone, ma innovando i modelli alla luce dei cambiamenti, anche sociale, in chiave inclusiva. Dobbiamo essere sempre implicati e liberi, andando oltre il valore che il tempo storico attribuisce alle singole conoscenze”.

“Gaza ci interroga: non possiamo restare indifferenti”

Oggi sono in corso 50 conflitti, dall’Ucraina a Gaza, dove si spezzano vite e si interrompe la possibilità di costruire futuro. Gaza vive una violenza inaudita e la violazione dei diritti umani in quella che ormai è una guerra di sterminio: si usa il termine genocidio ed esprimiamo preoccupazione per la missione della Sumud Flotilla. Quel che accade interroga la nostra vocazione: non possiamo solo denunciare, ma passare ai fatti. Borse di studio, progetti di ricostruzione condivisa e sostegno alla realizzazione di corridoi umanitari. Ma pure spazi di confronto e conoscenza: se non lo si fa all’Università, quali altri luoghi rimangono? Non si può rimanere indifferenti”.

Precarietà e indipendenza

Va affrontato anche il tema della precarietà: “Non possiamo parlare di indipendenza se restano tali squilibri all’interno di chi fa ricerca e non solo”.

La voce dell’Egizio

La ricerca per noi è fondamentale e questo è un luogo di libertà per creare cittadini e cittadine libere”, ha detto Christian Greco, direttore del Museo Egizio. “Proprio in un momento in cui rischia di avere ragione chi urla più forte. Non bisogna lasciarsi ingannare dalle immagini: il ruolo rigoroso del ricercatore è guardare al di là della superficie. Dobbiamo andare in profondità, perché questo fa l’università”.

L’intervento di Cambiare rotta

Le parole della rettrice sono vuote finché non si passa ai fatti”, hanno detto i ragazzi di Cambiare Rotta, intervenuti a fine cerimonia dopo aver contestato all’esterno della Cavallerizza. Hanno letto una lettera firmata da oltre 600 persone. Nel mirino la bozza di mozione presentata al Senato accademico, ritenuta non abbastanza decisa nel tagliare i rapporti con gli atenei israeliani. “Vaga e che non ferma i legami in essere: chiediamo una sospensione immediata degli accordi e una presa di posizione chiara”. Nel mirino anche gli accordi con Leonardo. “Le vite non sono solo numeri e tutte meritano lutto”.

Massimiliano Sciullo

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A OTTOBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU