Attualità | 31 dicembre 2025, 09:08

A Chivasso il Piano di accoglienza invernale in un immobile di via Paleologi per gli ultimi ospiti del dormitorio comunale

La struttura pur risulta idonea ad essere utilizzata in via eccezionale, temporanea e sperimentale quale riparo emergenziale per cinque ospiti

A Chivasso il Piano di accoglienza invernale in un immobile di via Paleologi per gli ultimi ospiti del dormitorio comunale

Troveranno sistemazione nei locali comunali adiacenti al Centro Incontro per Anziani di Chivasso gli ultimi 5 ospiti del Centro di Accoglienza Notturna prima dello stop al servizio fissato per mercoledì 31 dicembre. Lo ha stabilito una delibera di Giunta, su proposta dell’assessore alle Politiche sociali Cristina Varetto. L’immobile di via Paleologi, pur non configurandosi come dormitorio né come struttura residenziale assistita, risulta idoneo ad essere utilizzato in via eccezionale, temporanea e sperimentale quale riparo emergenziale in seno ad un piano di accoglienza invernale. La soluzione rappresenta una misura transitoria, adottata in attesa della definizione di eventuali soluzioni alternative più strutturate e stabili, anche in raccordo con i servizi sociali e gli enti competenti. Diversamente dal dormitorio comunale, l’assegnazione dei locali di via Paleologi non comporterà l’attivazione di servizi di presicdio, controllo, assistenza continuativa e altri oneri da parte del Comune di Chivasso. Le persone ospitate saranno chiamate, formalmente con la sottoscrizione di un atto di impegno, ad un’assunzione di responsabilità personale e collettiva, nella gestione degli spazi e nella convivenza, in un’ottica di rispetto reciproco e di tutela del patrimonio pubblico.

Sin dalla sua istituzione, alla fine del 2015, il centro di accoglienza notturna comunale non è stato un obbligo imposto dalla legge, ma una scelta di responsabilità e di giustizia sociale. Insieme all’ASL TO4, che fino al 2021 ha cofinanziato il servizio con oltre 30 mila euro annui, il Comune di Chivasso decise di avviare il dormitorio per scongiurare che persone senza fissa dimora trovassero rifugio nel pronto soccorso dell’ospedale di Chivasso, con gravi conseguenze sia per loro sia per il sistema sanitario.

“La questione non è chiusa – ha commentato il sindaco Claudio Castello – ma, rispetto a come era stata concepita, l’accoglienza notturna, in questi anni, non ha garantito gli auspicati percorsi di reinserimento, integrazione ed autonomia. Nel rispetto delle fragilità coinvolte, continuiamo a lavorare in silenzio, senza rispondere agli attacchi strumentali, fiduciosi che riusciremo a mettere attorno ad un tavolo dei soggetti seri e solidali per affrontare concretamente le criticità. Sono fiducioso perché in queste ore sto ricevendo riscontri dall’associazionismo con cui vogliamo condividere la co-progettazione di un modello intercomunale, sul recente esempio della Città di Ivrea che ha stilato un protocollo d’intesa con il Consorzio dei Servizi sociali Inrete, la Caritas diocesana, la Fondazione istituzione Canonico Cuniberti e l’Associazione Mastropietro & C., con l’obiettivo di sviluppare interventi concreti di accoglienza e supporto rivolti a persone fragili, in condizione di estrema povertà e prive di una rete di protezione sociale. Guardiamo inoltre al modello Housing first – ha aggiunto il primo cittadino di Chivasso -, per intervenire nell'ambito delle politiche per il contrasto alla grave marginalità basato sull'inserimento diretto in appartamenti indipendenti di persone senza dimora con problemi di salute mentale o in situazione di disagio socio-abitativo cronico allo scopo di favorirne percorsi di benessere e integrazione sociale”.

L’emergenza abitativa è una delle questioni al centro dell’impegno dell’amministrazione comunale: recentemente, sono state recuperate due abitazioni all’interno dello stabile comunale in cui sono ospitate delle famiglie che, a causa di un incendio scoppiato lo scorso mese di novembre, hanno dovuto lasciare le loro residenze inagibili.

Intanto, i locali del CISS che ospitavano il dormitorio comunale saranno destinati a un nuovo ed importante servizio rivolto alle famiglie con figli affetti da Disturbo dello Spettro Autistico. “È un universo che troppo a lungo non è stato adeguatamente considerato, e che oggi merita attenzione, risorse e rispetto – ha commentato ancora il sindaco Castello -. Questa scelta rappresenta un passo concreto verso una città più inclusiva, capace di prendersi cura delle fragilità con lo stesso impegno che dedica alle emergenze”. In Piemonte, i dati epidemiologici sull'autismo mostrano una prevalenza in crescita, con stime che variano ma indicano un aumento dei casi, soprattutto grazie a una maggiore consapevolezza e a diagnosi più precoci, con dati che nel 2018 parlavano di circa 3.8 per mille nella fascia 0-17 anni e una tendenza verso l'abbassamento dell'età di prima diagnosi, sebbene manchino ancora dati sistematici sull'età adulta e la sfida sia nel fornire servizi territoriali adeguati. 

comunicato stampa

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