Backstage | 16 gennaio 2018, 15:40

La strada verso la Krosse coalition è aperta?

Considerazioni politiche a margine della puntata di Backstage andata in onda ieri sera

La strada verso la Krosse coalition è aperta?

Sono realizzabili le tante promesse che si ascoltano in questa campagna elettorale?Le forze politiche che le propongono intendono davvero realizzarle o le amplificano già sapendo che sarà necessario rivederle al ribasso?

E' quanto abbiamo domandato, durante l'ultima puntata della trasmissione Backstage, ai tre esponenti politici presenti in studio. L'avvio al dibattito è toccato alla consigliera regionale del M5S Francesca Frediani che ha inteso subito fare un distinguo: “Una cosa è promettere cose che non si intende mantenere, e questo è mentire, altra cosa è avere realmente intenzione di raggiungere degli obiettivi che poi , di fronte alla situazione oggettiva  e reale, si è costretti a ricalcolare nei tempi e nei modi”.

L'ex europarlamentare di Forza Italia, Fabrizio Bertot , però non ci sta: “Dare colpe a chi ci ha preceduto è un alibi che non può funzionare a nessun livello”. L'esponente Pd Enzo La Volta, vicepresidente del Consiglio Comunale di Torino,  sottolinea invece la necessità di saper identificare le questioni: “Il problema è la diagnosi, se la diagnosi è errata anche la cura sarà errata”. E, a proposito di cura, non sono mancati i riferimenti al caso Embraco, l'azienda di Riva di Chieri che ha iniziato la procedura di licenziamento per quasi 500 dipendenti.

Come fare a trattenere le aziende sul territorio? La consigliera Frediani ha citato una sua proposta di legge in Regione secondo la quale se un 'azienda riceve soldi pubblici , per sette  anni non può lasciare il territorio in cui è insediata, pena la restituzione dei fondi a suo tempo ottenuti. “Le istituzioni hanno dimostarto di non avere strumenti adeguati per rispondere a casi di questo genere”, ha detto a proposto del caso Embraco, “ questa sarebbe una legge contro la delocalizzazione delle aziende applicabile anche a livello nazionale”.  Secondo La Volta: “ E' chiaro che se un'azienda ha una possibilità di tassazione inferiore in un altro Paese , il problema non è nazionale. Sarebbe opportuno avere regole omogenee a livello europeo”. La questione fiscale è sollevata anche da Bertot: “Gli elementi per trattenere le aziende sono tre: la leva fiscale, più infrastrutture e più efficenti, la sburocratizzazione”.

E l'Europa? Un alleato o un nemico? L'esponente Pd non ha dubbi: “Noi diciamo più Europa, l'Europa non deve fare paura. L'Europa mette a disposizione moltissime opportunità”. Inutile , secondo La Volta,  un referendum per dire Europa sì, Europa no, ha aggiunto, rispondendo a Frediani secondo la quale la posizione del Movimento 5 Stelle sul tema è chiara: “ Siamo partiti da una posizione che era di uscita dall'euro, ora abbiamo una responsabilità in più che è ascoltare i cittadini alla luce di quanto accaduto negli ultimi anni. Il nostro programma prevede di andare a ridiscutere la nostra posizione in Europa. Abbiamo accettato molto in questi anni.” La chiave , secondo Bertot, è la capacità politica di farsi rispettare ma per questo “ non basta la forza politica di chi vince, serve la compattezza nazionale per difendere la propria politica estera, sia nel ruolo di maggioranza che di opposizione. Non “ governo insieme” ma univocità di intenti”.

La strada verso la “ krosse coalition” è aperta?

r.g.

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