Uno scatto, una storia | 26 maggio 2023, 08:45

Uno scatto, una storia: Cindy Sherman

L'autrice produce serie di opere, fotografando se stessa in una varietà di costumi. In serie recenti, datate 2003, si presenta come clown

Foto di Cindy Sherman

[Photo credits: Cindy Sherman - Untitled Film Still #58, 1980]

Cindy Sherman nasce nel 1954 a Glen Ridge in New Jersey e passa la sua infanzia a Long Island insieme ai genitori e ai suoi quattro fratelli. Inizia ad appassionarsi all’arte del travestimento e questa sua passione se la porta avanti per tutta la vita.

S’iscrive alla scuola d’arte State University of New York e non viene ammessa all’esame preliminare di fotografia per insufficienze tecniche nella stampa; si dedica così inizialmente alla pittura, dipingendo autoritratti e riproduzioni di foto tratte da riviste.

All’università conosce Robert Longo, con il quale intraprende una relazione e nel 1974 fondano a Buffalo “Hallwalls”, uno spazio espositivo. Insieme a loro ci sono artisti come Charles Clough, Nancy Dwyer e Michael Zwack.

Nel 1975 realizza i primi esperimenti della serie Untitled A-E, cinque autoritratti in cui la Sherman veste i panni di diversi personaggi.

Dopo la laurea si trasferisce a New York, dove lavora a due serie d’immagini, rimaste inedite fino al 2000, intitolate rispettivamente “Bus Riders” e “Murder Mystery People” per le quali veste i ruoli più disparati davanti a uno sfondo bianco, sul quale la sua figura appare “scontornata”. In “Bus Riders”, la Sherman interpreta diverse persone che stanno aspettando l’autobus, mentre in “Murder Mystery People” racconta una storia ispirata ai film noir degli anni ’30.

Tra il 1977 e il 1980, l’artista si dedica al progetto “Untitled Film Stills”, 69 scatti in bianco e nero in cui interpreta donne diverse, caricaturandole, portando nelle sue immagini gli stereotipi imposti dalla società. Durante gli anni della contestazione femminile, Sherman reinterpreta anche lo stereotipo maschilista che vuole la donna sensuale e lo riutilizza in chiave ironica. Inizialmente però non viene apprezzata dalle femministe, che anzi la contestano duramente perché credono che l’artista con le sue foto continui a promuovere, al contrario, lo stereotipo.

Dal 1985 con Fairytales e Disasters Sherman introduce nel suo lavoro un nuovo elemento, che diventerà poi quasi una costante: i manichini; inizialmente usati per richiamare in maniera grottesca il mondo dei giocattoli, saranno i protagonisti nel ciclo Sex pictures, in cui vengono scomposti e utilizzati per reinterpretare scene hard.

Sherman produce serie di opere, fotografando se stessa in una varietà di costumi. In serie recenti, datate 2003, si presenta come clown. Sebbene Sherman non consideri il proprio lavoro femminista, molte delle sue serie di fotografie, come Centerfolds (1981), richiamano l'attenzione sullo stereotipo della donna come appare nella cinematografia, nella televisione e sui giornali.

Cindy Sherman non manipola in alcun modo le sue foto. All'estremità opposta c'è invece la fotografia composta e manipolata, resa finzione.

Questa strategia crea una finzione attraverso l'apparenza di una realtà senza soluzione di continuità; Sherman adotta questo modo al fine di esporre una finzione filmica tramite una serie di fotografie usate come fotogrammi di una pellicola cinematografica.

Le fotografie della donna sono il ritratto di se stessa, nelle quali appare travestita recitando un ruolo. L'ambiguità narrativa è parallela all'ambiguità di se stessa, poiché Cindy Sherman è sia attrice che creatrice della foto. Le immagini create sono tutte riguardanti alcuni stereotipi femminili.

 

Puoi trovare ulteriori scatti dell’artista cliccando qui.

Giorgio Gatti

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Giorgio Gatti

Giorgio Gatti nasce a Torino nel 1958 e inizia a fotografare giovanissimo. Le sue fotografie, un archivio di oltre 150.000 immagini, sono il frutto di oltre 40 anni di scatti che lo ha portato a lavorare a Milano, Londra, Berlino, New York e Parigi città che lo ha adottato per diversi anni.

Le sue immagini sono all’interno di svariate collezioni private.

Attualmente divide il suo lavoro tra Chieri e Parigi, città che lo ha adottato come curatore e storico della fotografia. Tutto il suo archivio è di proprietà esclusiva della Fine Art Images Gallery - Agenzia esclusiva della sua produzione.

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