Cultura e spettacoli | 27 aprile 2024, 17:32

La Fontana dei Dodici Mesi: l'unico monumento testimone dell'Esposizione Universale del 1898

Facciamo un salto nel tempo per conoscere meglio un'opera di straordinaria bellezza, che arricchisce il parco del Valentino

La Fontana dei 12 Mesi: l'unico monumento testimone dell'Esposizione Universale del 1898

La Fontana dei 12 Mesi: l'unico monumento testimone dell'Esposizione Universale del 1898

A pochissimi passi dal parco del Valentino vi è un'opera di straordinaria bellezza, l'unica testimonianza dell'Esposizione Universale svoltasi a Torino nel 1898, per celebrare il cinquantenario dello Statuto Albertino: la Fontana dei Dodici Mesi.

Progettata dall'architetto Carlo Ceppi, è un esempio di unione di più stili architettonici, in questo caso il Liberty e il Rococò. Seguendo dolcemente il profilo del terreno che degrada verso il Po, la Fontana dei Dodici Mesi è costituita da un'enorme vasca ricolma dell'acqua proveniente da una cascata centrale più grande e due laterali più piccole.

L'ovale del bacino è arricchito da quattro gruppi statuari rappresentanti ognuno i quattro corsi d'acqua che bagnano Torino: il Po, rappresentato da Edoardo Rubino come un uomo barbuto, la Stura, tre nudi femminili riprodotti da Luigi Contratti, poi la Dora, nelle sembianze di una pastorella creata da Giacomo Cometti, e infine il Sangone, un genio che sorride a due amanti, statua a opera di Cesare Reduzzi.

Tra l'altro, attorno alla statua raffigurante il Po si cela un mistero: a un occhio attento, il suo volto potrebbe ricordare molto quello del celebre filosofo ed economista Karl Marx. Perciò, lo scultore che ha realizzato la statua potrebbe essersi accostato al pensiero marxista ed aver voluto, di conseguenza, rendergli un segreto omaggio? Elementi che possano confermare questa ipotesi in modo certo ovviamente non ce ne sono, ma questo è un ulteriore significato che si aggiunge a tutti quelli di cui, quest'opera, si fa portavoce.

I contorni del parapetto costituente la struttura della fontana sono altresì decorati, ad intervalli regolari, con ulteriori dodici statue rappresentanti i dodici mesi dell'anno.

L'aura che sovrasta impalpabile la fontana si riempie, inoltre, di significati magici e leggendari: si narra, infatti, che essa sia sorta nel luogo in cui Fetonte, figlio di Elio, Dio del Sole, sia precipitato dopo essersi impossessato del carro del padre ed aver fatto imbizzarrire i cavalli. Voleva dar prova di forza ma peccò di presunzione, tanto che la sua inesperienza dette vita ad una corsa impazzita che finì per distruggere la volta celeste. Così Zeus, per impedire che la situazione peggiorasse ulteriormente, scagliò un fulmine sul carro che, come detto, precipitò nel fiume.

Ed è proprio lì che, secoli dopo, i romani fondarono la città di Augusta Taurinorum. Dunque, la Fontana dei Dodici Mesi è un monumento in cui storia e leggenda si fondono per dar vita ad una bellezza senza tempo, da cui lasciarsi ammaliare, ancora e ancora.

redazione

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Johanna Finocchiaro

Buongiorno, Good morning, Bonjour, Buenos Días, Namasté!
Sono Johanna. Classe 1990, nata a Torino, appassionata di musica, viaggi, lingue straniere e poesia. Già, POESIA.
Scrivo sin dalla tenera età (mi sono innamorata di lei al nostro primo incontro, alle scuole elementari) e leggo, leggo tanto, sempre e ovunque. La mia massima fonte d'ispirazione è la natura e l'arte sua complice: mi conquistano l'immediatezza, la forza comunicativa, la varietà di forme e concetti espressi, la contraddizione.
Viaggiando ho compreso quanto il mondo sia immenso, dinamico ed io piccola. Mi ci sono adattata, pian piano, stravolgendo i piani e spostando i limiti. Oggi, continuo ad essere curiosa. E gioiosa. Mi occupo di divulgazione culturale e ho all'attivo quattro pubblicazioni: Clic (L'Erudita Editore), Ramificare (Eretica Edizioni), Specchi (Scrivere Poesia Edizioni), L'Atto versato (Edizioni Il Cuscino di Stelle). Obiettivo primario: sostenere una cultura consapevole, socialmente impegnata.
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Questa rubrica nasce sotto una buona stella o così mi piace pensare; si propone, con determinazione, di avvicinare il lettore a un genere letterario incompreso quanto testardo: la poesia.
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Allontaniamoci dall'impostazione scolastica e dall'“analisi del testo”, lasciando spazio, invece, all'analisi del SENSO. Senso che sta per ragione e sensazione insieme. Impariamo a cercare la domanda, prima della risposta. E accendiamo il pensiero, tra racconti e storie positive che vado scovando per il mondo. Che dite, ci lanciamo nel viaggio? Al trasporto provvedo io!

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