Attualità | 30 aprile 2024, 14:08

G7, Ribellione Animale imbratta di letame la sede della Prefettura di Torino

L'accusa degli attivisti: "La zootecnia inquina, stop sussidi agli allevamenti". Quattro di loro fermati dalla Polizia e denunciati

G7, Ribellione Animale imbratta di letame la sede della Prefettura di Torino

G7, Ribellione Animale imbratta di letame la sede della Prefettura di Torino

Nella mattina del 30 aprile, dopo aver subito pochi giorni prima una violentissima aggressione da parte dei lavoratori del circo Royal di Paolo Orfei, altre 4 attiviste di Ribellione Animale, movimento antispecista di disobbedienza civile, hanno compiuto una nuova azione diretta nonviolenta con del letame, usandolo per imbrattare il palazzo della prefettura di Torino. Le attiviste hanno poi aperto uno striscione recante la loro richiesta: "Stop sussidi pubblici agli allevamenti".

Mentre i sette signori del G7 si blindano nella reggia di Venaria, scortati e blindati da ingentissimi reparti di forze militari e di polizia (come prevenire altrimenti qualsiasi espressione di dissenso se non militarizzando per chilometri dal luogo di incontro?) per parlare di Clima, Ambiente ed Energia, non si può non notare subito il grande assente nei discorsi retorici delle autorità: l'industria zootecnica. Troppo scomoda per essere citata? Restano infatti ancora ignorate le soggettività animali che resistono ogni giorno alla violenza e all'assurdità di un sistema specista che oltre a essere crudele, riesce a mantenersi solo grazie a ingenti finanziamenti pubblici, derivanti dalle tasche delle persone contribuenti, che pagano quindi per l'industria responsabile della morte loro (è indubbio il contributo altissimo di emissioni climalteranti che questa industria produce assieme al suo smisurato spreco di risorse) e di miliardi di altri animali ogni anno.

In una Torino militarizzata per ospitare l'ennesimo incontro dove alcuni dei capi di stato più potenti del mondo compiono performance di vuota retorica e greenwashing per la tutela del "business as usual", i propri interessi economici, l’intento dell'azione delle attiviste è quello di mettere in luce lo sterminio animale operato dal reparto zootecnico, il dannoso impatto ambientale causato dagli allevamenti intensivi e dall’industria ittica, da sempre le grandi assenti nei summit sul clima, assieme allo spreco di suolo e risorse indispensabili al mantenimento degli ecosistemi che ci garantiscono la sopravvivenza sul pianeta.

Più di 70 miliardi di animali di terra ogni anno vengono nutriti e uccisi con risorse che potrebbero soddisfare per tre volte la domanda alimentare umana. La filiera zootecnica italiana è impattante a tal punto che la Pianura Padana si classifica ogni anno da decenni come la zona più inquinata di tutta Europa. Proprio in quest'ultimo anno, Torino è risultata più volte una delle città europee con la peggior qualità dell'aria.

L'azione di Ribellione Animale si inserisce nel contesto della campagna nazionale “Futuro Vegetale”, iniziata il 31 marzo 2023 con delle azioni coordinate all’interno di alcune catene della Grande Distribuzione Organizzata. Le attiviste chiedono al Governo Italiano una transizione del sistema alimentare attuale verso uno a base vegetale, l'immediato stop dei finanziamenti pubblici a favore degli allevamenti intensivi ed estensivi, e l'incentivo verso la riconversione vegetale delle aziende delle allevamento e della carne.

“La zootecnia rappresenta la più grande minaccia alla biodiversità in Italia e sul Pianeta” racconta Geo, attivista di Ribellione Animale “eppure questo settore continua a ricevere miliardi di euro in sussidi pubblici, soldi provenienti dalle tasse dei cittadini. Io mi rifiuto di essere complice di questo sistema di produzione, mi rifiuto di stare a guardare mentre gli ecosistemi vengono devastati e la crisi climatica si abbatte sempre più violentemente sui nostri territori. Non posso credere, non voglio accettare che questo governo stia finanziando la nostra morte e quella degli ecosistemi che ci permettono di vivere.” E si tratta di un tema trattato scarsamente: “La luce dei riflettori mediatici è concentrata sulla questione energetica, ma le emissioni del sistema alimentare attuale sono sufficienti, da sole, a spingerci nel baratro del collasso climatico. È ora di agire”.

A seguito di quanto accaduto, la Questura informa che quattro persone sono state bloccate dal personale della Polizia e denunciate per imbrattamento, per aver prodotto scritte sui muri e aver disperso liquame per terra e sull’edificio. Due delle persone denunciate oggi, insieme ad altre persone appartenenti allo stesso movimento, nei giorni scorsi si erano rese responsabili di un’altra azione dimostrativa in città, con l’esposizione di uno striscione in un circo.

Per due dei denunciati, è stato emesso foglio di via dalla Provincia di Torino. Sono al vaglio istruttorio, inoltre, altri provvedimenti di natura preventiva per le persone qui dimoranti.

comunicato stampa

Leggi tutte le notizie di NUOVE NOTE ›

Federica Monello

Giornalista pubblicista, ascoltatrice vorace di musica, amante di tutto ciò che è cultura. Nasco e cresco in Sicilia dove da studentessa di Lettere Moderne muovo i primi passi nel giornalismo, dopo poco unisco la scrittura alla passione per la musica. Giungo ai piedi delle Alpi per diventare dottoressa in Comunicazione e Culture dei media e raccontare di storie di musica, versi, suoni e passioni.

Nuove Note
Nuove Note è la rubrica che ogni settimana ti fa conoscere un nuovo progetto musicale emergente nato tra la Mole Antonelliana e un pentagramma, tra i boschi piemontesi e una sala prove casalinga, tra uno studio di registrazione e i chilometri che lo separano da un paesino in provincia. Nuove Note ti racconta le storie e la musica gli artisti più interessanti della scena musicale piemontese.

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium