Politica | 14 maggio 2024, 19:32

Sanità regionale 'bocciata' dalla Corte Costituzionale, botta e risposta fra Pentenero e Tronzano. Polemico anche il M5S

La candidata alla presidenza del centrosinistra: "Sanità improvvisata e coi conti non attendibili". L'assessore al Bilancio replica: "Non c'è alcun buco e nessuna manovra correttiva da fare"

Sulla sanità botta e risposta tra Pentenero e Tronzano, polemico anche il M5S

Sulla sanità botta e risposta tra Pentenero e Tronzano, polemico anche il M5S

“Da tempo diciamo che questa Giunta regionale sulla sanità non ha programmato ma ha sempre navigato a vista. Ora, oltre allo sguardo miope e di scarsa visione del futuro, sappiamo che anche dei numeri che danno è difficile fidarsi. Il centrosinistra in pieno piano di rientro ha saputo garantire dei livelli di assistenza nei primi posti in Italia, anche se siamo consapevoli che qualche criticità fosse da migliorare. Oggi il centrodestra, senza rispettare i conti e con le risorse straordinarie ci porta a metà classifica dei livelli di assistenza, non risolve le liste d’attesa e viene bocciato dalla Corte costituzionale”, afferma Gianna Pentenero, candidata del centrosinistra alle prossime elezioni regionali del Piemonte.

A stretto giro di posta è giunta la replica dell'assessore regionale al Bilancio Andrea Tronzano: "Capisco il momento elettorale, ma Pd e 5 stelle dovrebbero forse conoscere meglio le cose di cui parlano e non creare allarmi che non ci sono. Non c'è alcun buco e nessuna manovra correttiva da fare. La Consulta ha preso atto delle posizioni di Governo e Regione e invitato a trovare un accordo, come si deduce facilmente da questa frase: “Regione Piemonte e lo Stato addivengano a un nuovo accordo sul complessivo programma di restituzione delle somme”, ha dichiarato a proposito della decisione della Consulta sull’articolo 8 della legge n.6 del 24 aprile 2023.

"L’assessore Icardi è già per altro in contatto con il ministero per ratificare un nuovo accordo – prosegue Tronzano - La questione è molto semplice: le ASL e le ASO della sanità piemontese pagano con regolarità le fatture e non hanno quindi necessità di ricevere cassa, come era necessario fare negli anni in cui governava il centrosinistra, quando servivano 240 milioni ogni anno. Oggi ne bastano 90 e così abbiamo fatto da tre anni a questa parte: lo stesso Tavolo di verifica degli Adempimenti del Ministero della Sanità ha acclarato che l’indicatore dei tempi di pagamento delle transazioni commerciali è rispettato".

"Si tratta di una scelta che anche gli uffici di bilancio della Regione ritengono congrua ed equilibrata. In particolare ciò che viene contestato è la possibilità di “spalmare” fino al 2032 il trasferimento alle aziende sanitarie regionali delle risorse, per un totale di 1,5 miliardi di euro, necessarie per coprire gli (eventuali) ritardi nei tempi di pagamento dei propri fornitori – spiega Tronzano - Si tratta di un accordo siglato dalla precedente amministrazione che prevedeva nei primi anni una rata bassa e, a partire dal 2023, un incremento a oltre 200 milioni ogni anno, gravando così la maggior parte della cassa proprio su quest’ultimo periodo".

"Dal momento che il rispetto dei tempi di pagamento dei fornitori della sanità è, come già detto, rispettato, la Regione ha stabilito, appunto con l’articolo 8 della legge regionale impugnata, di portare al 2032 il completamento della cassa riducendo così a circa 90 milioni di euro la cifra destinata per questo scopo ogni anno, senza diminuire il budget totale destinato alle aziende sanitarie. Tutto questo per evitare di trasferire risorse non necessarie, ritardando altri pagamenti relativi a diversi settori d’intervento".

"Siamo certi di poter trovare su questo punto un’intesa con il governo a cui sta lavorando l’assessorato alla Sanità, come suggerito anche dalla stessa Consulta. I piemontesi però possono stare tranquilli: non c’è alcun buco di bilancio, non ci sono nuovi debiti da coprire – conclude Tronzano - I conti della sanità piemontese sono in ordine, come ha recentemente certificato anche il ministero competente".

"La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale l'articolo 8 della legge n. 6 del 24 aprile 2023 della Regione Piemonte, nella quale la Giunta Cirio aveva previsto di prolungare oltre i dieci anni il periodo per la restituzione al Servizio sanitario regionale delle somme destinate alla gestione sanitaria, ma indebitamente sottratte e utilizzate per altri scopi. Parliamo di un miliardo e mezzo di euro strappato alla sanità piemontese, che si è quindi venuta a trovare in una situazione di squilibrio economico-finanziario. Con buona pace dei cittadini e del loro diritto alla Salute, come sempre calpestato da questa destra. La bocciatura della Corte Costituzionale, peraltro, arriva proprio nel momento in cui il Presidente Cirio apre alla costruzione di un pronto soccorso da affidare alla gestione dei privati. Diamo un consiglio al governatore: segua i dettami della Costituzione, smetta di depredare la sanità pubblica e dimentichi i favori ai privati. Altrimenti si faccia da parte e ci lasci salvare la sanità piemontese": lo  scrivono in una nota congiunta Elisa Pirro e Chiara Appendino, parlamentari piemontesi del Movimento 5 Stelle, e Sarah Disabato, candidata M5S a Presidente della Regione.

redazione

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