Economia e lavoro | 08 novembre 2024, 12:15

Bonifica dall’amianto negli acquedotti: rischio di contaminazione

Bonifica dall’amianto negli acquedotti: rischio di contaminazione

Prosegue l’impegno incessante dell’ONA per la tutela dei diritti di tutte le vittime dell’amianto e dei loro eredi. Il prossimo 15 novembre, nel comune di Quistello in provincia di Mantova, i rappresentanti dell’ONA Emilia Romagna e l’Avv. Ezio Bonanni si riuniranno in un convegno volto alla bonifica dell’amianto presente tutt’oggi negli acquedotti, dal titolo “Amianto e acqua potabile. La pericolosità dei tubi in cemento-amianto dell’acquedotto di Quistello”. La questione amianto è, infatti, rilevante anche per quanto riguarda l’acqua potabile per il rischio di contaminazione e conseguente danno alla salute. Intanto, non mancano sentenze significative in campo giuridico che allargano la tutela amianto anche nei confronti degli impiegati amministrativi esposti ad amianto. 

Il Tribunale di Roma, infatti, ha accolto il ricorso presentato da un’impiegata del Consorzio di Casal Palocco che, a causa della perdurata esposizione ad amianto, oggi è affetta da fibrosi polmonare diffusa e ispessimenti pleurici. La malattia professionale è stata riconosciuta in sede giudiziaria a carico dell’INAIL, il cui accertamento è stato fatto valere nei confronti dell’INPS. L’ente previdenziale è ora stato condannato dal Tribunale di Roma e dovrà rivalutare la posizione contributiva della Sig.ra D.M. per il periodo dal 16.07.1983 al 31.12.2019, con diritto al prepensionamento, con la misura massima della pensione. Si deve evidenziare, d’altronde, che gli ispessimenti pleurici rappresentano la condizione anticipatoria dell’insorgenza del mesotelioma pleurico. Quindi, anche gli impiegati esposti ad amianto per contaminazione dell’ambiente di lavoro sono a serio rischio. 

L’amianto nel Consorzio di Casal Palocco

La Sig.ra D.M., di 64 anni, ha svolto la sua attività lavorativa alle dipendenze del Consorzio di Casal Palocco. Si tratta di un consorzio obbligatorio da statuto costituito nel 1960 in convenzione con il Comune di Roma che si occupa della manutenzione delle strutture, come reti di irrigazione, manutenzione stradale, manutenzione del verde, depurazione delle acque, manutenzione dell’impianto fognario, raccolta del verde di risulta, manutenzione dell’illuminazione pubblica della zona residenziale, nei circa 350 ettari nel quadrante ovest del Comune di Roma.

La ricorrente, assistita dall’Avv. Ezio Bonanni, ha lavorato presso l’ufficio amministrativo del Consorzio di Casal Palocco, all’interno di un container edificato con materiali di amianto, ubicato in via di Casal Palocco snc (fronte ex Vaccheria, adesso CONAD). 

L’ambiente di lavoro era costituito dal container / prefabbricato in amianto, la cui copertura e pareti divisorie erano in cemento amianto. Anche la stessa impiantistica rilasciava polvere e fibre di asbesto all’interno del container adibito ad ufficio, con conseguente aerodispersione e contaminazione dello stesso ambiente di lavoro. Ma ciò che sconvolge è che l’impiegata durante tutto il periodo di lavoro fu ignara dei rischi riguardanti la sua salute a seguito dell’esposizione morbigena, poiché non informata e formata sui rischi che ne derivavano, oltreché sprovvista degli adeguanti strumenti di prevenzione e protezione.

Inoltre, nel piazzale in utilizzo al Consorzio, di manutenzione strutture, adiacente al locale pompe di innaffiamento, venivano stipate addirittura lastre in amianto e in cemento amianto, cartoni di amianto e tutti altri materiali edili che erano in amianto. In alcuni casi, le attrezzature venivano perfino riposte nel piazzale comune, in balia delle intemperie, vento, cambi di temperatura che favorivano il deterioramento dei materiali con a loro volta rilasciavano fibre e polveri cancerogene, spesso inalata dagli stessi lavoratori.

Il Tribunale segna una svolta significativa per la tutela degli impiegati

Dopo la pronuncia del Tribunale di Roma, finalmente la Sig.ra D.M. si è vista riconosciuto il diritto alla rivalutazione dell’anzianità contributiva con il coefficiente 1,5, per l’intero periodo di lavoro, dal 16.07.1983 al 31.12.2019, con mansione di impiegata. Infatti, è stato dimostrato che la sua malattia è stata provocata dall’esposizione professionale subita ad amianto, nonostante sia stata addetta a mansioni amministrative. Pertanto, la Sig.ra D.M. oltre al prepensionamento ha diritto alla rivalutazione della posizione contributiva, con accesso al pensionamento nella misura massima del diritto. I ratei di pensione, quindi, dovranno essere liquidati con l’importo massimo. 

Dopo il riconoscimento della malattia professionale asbesto correlata, l’impiegata ha chiesto inoltre all’INPS la ricostituzione della posizione contributiva, ai sensi della normativa (ex art. 13, comma 7 della legge 257/92), che inizialmente l’ente previdenziale aveva negato. Quindi, grazie al ricorso dell’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), innanzi il Tribunale di Roma, la Sig.ra D.M. ha finalmente ottenuto giustizia.

La decisione del Tribunale di Roma rappresenta una svolta perché riconosce la tutela anche nei confronti degli impiegati che hanno subito esposizione ad amianto. Si tratta, infatti, di una categoria che finora ha spesso ottenuto una scarsa tutela dei propri diritti, nonostante in molte occasioni anche le funzioni amministrative siano state svolte in luoghi altamente contaminati da amianto e altri cancerogeni” così l’Avv. Ezio Bonanni ha commentato l’esito della sentenza del Tribunale di Roma, sottolineando l’importanza del riconoscimento dei diritti di tutti i lavoratori esposti a sostanze nocive, a prescindere dalla loro mansione.

L’impegno costante e perseverante dell’ONA APS

Occorre osservare che l’impegno dell’ONA prosegue anche per la bonifica degli acquedotti, tra cui quelli dell’Emilia Romagna. Infatti, l’Avv. Ezio Bonanni, in piena collaborazione con l’ONA Emilia Romagna ha indetto un’importante assemblea che si terrà il prossimo 15 novembre nel comune di Quistello, in provincia di Mantova dal titolo “Amianto e acqua potabile. La pericolosità dei tubi in cemento-amianto dell’acquedotto di Quistello”. 

Abbiamo riscontrato una più elevata condizione di rischio amianto anche tra coloro che hanno inalato le fibre attraverso l’acqua potabile. Perciò, insistiamo per la bonifica degli acquedotti, ovvero che gli acquedotti in cemento amianto siano sostituiti da quelli senza amianto”, dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA APS.

L’ONA – APS continua la sua missione contro l’amianto e gli altri cancerogeni attraverso il supporto e l’assistenza nei confronti delle vittime e dei loro familiari. Il servizio di consulenza gratuita è disponibile al numero verde 800 034 294

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