La trasformazione chimica di anidride carbonica, acqua ed elettricità in prodotti chimici utili è il nucleo del progetto a cui lavora Federico Dattila. L’ha presentato all’Accademia delle Scienze di Torino, in occasione della competizione finale del Premio Nazionale GiovedìScienza
Cresciuto a Vigone, Dattila ha studiato Fisica, proseguendo poi con un dottorato di ricerca in Chimica. Oggi è ricercatore Marie Skłodowska-Curie al Politecnico di Torino. “Conosco l’Associazione CentroScienza dagli anni della Laurea in Fisica, quando partecipavo qualche volta come uditore alle serate divulgative di GiovedìScienza – racconta –. Quando sono rientrato in Italia nel 2022, dopo i quattro anni in Spagna tra dottorato in Chimica e contratto post-dottorale, ho scoperto l’esistenza del Premio da una collega al Politecnico di Torino. Ho partecipato a tre edizioni e sia nel 2024 che nel 2025 ho avuto l’onore di essere selezionato tra i 10 finalisti”.
GiovedìScienza è nato nel 2011 per dare visibilità al lavoro di giovani ricercatrici e ricercatori italiani che con la loro attività contribuiscono allo sviluppo e all’innovazione nel nostro Paese. Quest’anno sono state 86 le candidature pervenute, 54 ricercatrici e 32 ricercatori, che sono state valutate e selezionate in base al merito scientifico.
Lunedì 26 maggio Dattila, 31 anni, ha quindi presentato il progetto grazie a cui era arrivato nella rosa dei finalisti: “Ho raccontato una parte del mio progetto di ricerca SuPERCO2, afferente ai rinomati finanziamenti europei per ricercatori post-dottorato Marie Skłodowska-Curie, parlando della mia ricerca svolta tra novembre 2024 e marzo 2025 all’Università Politecnica Federale di Losanna nel gruppo di ricerca della professoressa Raffaella Buonsanti, a Sion. Per il progetto, lavoro sulla trasformazione chimica di anidride carbonica, acqua ed elettricità in prodotti chimici utili, ad esempio etilene e metano. Ho spiegato della difficoltà del ferro, un metallo che uso nel processo, nell’agevolare tale trasformazione”.
L’obiettivo era renderlo chiaro, diretto e comprensibile per tutti. A giudicare gli interventi erano presenti una Giuria Tecnica, composta da 5 professionisti, esperti ed esperte della comunicazione scientifica, e una Giuria Popolare, composta da 5 classi delle scuole secondarie di secondo grado di tutta Italia: “Data l’udienza giovanile del Premio ho romanzato il mio lavoro come se fossi uno psicologo degli elementi, che, con la mia ricerca, operava sul ferro per convincerlo a fare bene il suo lavoro. È importante trasformare l’anidride carbonica in qualcos’altro, perché ad oggi la sua concentrazione in atmosfera crea squilibri climatici significativi. La grandinata terribile di qualche settimana fa a Pinerolo ne è un esempio. La mia ricerca mira a ridurre queste concentrazioni di anidride carbonica, riutilizzandola appunto per fare cose utili”, spiega Dattila.
Arrivato quarto a pari merito con altri finalisti, si dichiara molto soddisfatto dell’esperienza e del risultato finale. Il primo premio è stato vinto da Lorenzo Sardelli dell’Università di Torino, con una ricerca sulla ghiandola toracica chiamata timo: “Anche tutti gli altri finalisti hanno portato progetti a mio parere eccezionali. Giornate come queste fanno ben sperare sul futuro del nostro paese, data la qualità dei giovani”. Ma Dattila esprime anche un po’ di rammarico per la situazione dei finanziamenti alla ricerca in Italia, sempre in calo: “Le persone premiate lunedì sono le stesse che vengono costantemente dimenticate dal sistema paese”.