Il 5 giugno 2025, giornata mondiale per l’Ambiente, la Direzione Generale di Arpa Piemonte presenta al pubblico il Rapporto dello Stato dell’Ambiente in Piemonte, il rapporto annuale che sintetizza lo “stato di salute del nostro territorio”.
"La presentazione è un evento importante, dà visibilità ad una parte del lavoro prezioso che le Lavoratrici e i Lavoratori dell’Agenzia svolgono quotidianamente per la prevenzione e protezione ambientale. Lavoratrici e Lavoratori che, insieme ai colleghi della Sanità e degli IZS, sono in attesa del rinnovo del CCNL fermo su proposte lontanissime dal recupero dell’inflazione a causa dello stanziamento di risorse totalmente inadeguate. La presentazione è una vetrina per gli “ospiti speciali” che, anche se meno di un tempo, fanno capolino per l’occasione", viene sottolineato in una lunga nota.
" All’evento sono annunciati i principali riferimenti politici dell’attività dell’Agenzia: l’Assessore all’Ambiente della Regione Piemonte e il Direttore regionale all’Ambiente, già presenti alla conferenza stampa “privata” del 3 giugno al Palazzo della Regione. Come in ogni occasione pubblica, anche il 5 giugno la competenza e il lavoro delle colleghe e dei colleghi saranno elogiati, ma, ogni giorno, quando i riflettori sono spenti, quel lavoro viene penalizzato proprio dalle politiche regionali che, puntualmente, ne riducono la capacità operativa. Già, perché qual è lo “stato di salute dell’Arpa”? I dati parlano chiaro".
L’andamento del finanziamento regionale
"Nel 2010 il finanziamento era di 71 milioni, attraverso riduzioni successive nel 2024 è stato di 62,5 milioni e ora, con il taglio deciso proprio dall’Assessorato all’Ambiente nel triennio 2025-2027 è previsto a 61,1 milioni di euro. Le entrate una tantum, come quelle di recupero parziale delle sanzioni applicate e versate ad Arpa Piemonte in materia di “ecoreati”, utilizzate come tappa buco per questo ennesimo taglio, sono vincolate dalla normativa per i soli investimenti e non possono essere utilizzate per assunzioni e spese correnti", prosegue la nota.
"Si tratta del finanziamento regionale più basso in tutta la storia dell’Agenzia. Una riduzione in termini assoluti del 15%, ma il taglio è decisamente superiore se si considera il forte aumento dell’inflazione degli ultimi anni. I numeri del personale dell’Agenzia descrivono il declino del lavoro. Nel 2010 il personale del comparto era superiore ai 1000 addetti, poi ridotto nel 2015 a 951, per arrivare nel 2024, a fronte di un finanziamento di 62,5 milioni, a sole 845 unità: 150 Lavoratori del comparto in meno. Facile prevedere che gli ulteriori tagli peggioreranno la situazione. Un declino che non trova alcuna ragione nei limiti alle assunzioni: Arpa Piemonte da tempo vanta l’ampio rispetto dei vincoli di spesa per il personale definiti nelle finanziarie. La componente aziendale della CUB denuncia che, nel tempo, i tagli al finanziamento regionale sono stati pagati principalmente dal personale: dalla riduzione degli addetti, all’assenza di un vero turn over e di qualsiasi politica di rilancio delle attività, dall’aumento dei carichi di lavoro alla compressione dei tempi e il peggioramento della qualità del lavoro, senza dimenticare le massicce chiusure di sedi territoriali e presidi laboratoristici".
"Il personale, con la sua professionalità, costituisce il principale punto di forza dell’Agenzia nelle attività di prevenzione e protezione dell’Ambiente e quindi di tutela della salute umana: dal monitoraggio del suolo e dei siti in bonifica, alle attività analitiche, dal controllo delle acque e dell’inquinamento dell’aria, al controllo delle fonti inquinanti e di rischio industriale, nella repressione dei reati ambientali, nelle attività durante le emergenze ambientali e climatiche, nell’attività previsionale e di gestione dei rischi naturali, nel supporto tecnico agli Enti locali e al Servizio Sanitario. All’Arpa la normativa (nazionale e regionale) ha attribuito nel tempo sempre più competenze e responsabilità, senza tuttavia prevedere un corrispettivo adeguamento finanziario che dia reale capacità all’Ente e dignità ai lavoratori per far fronte a tali sfide", conclude la nota.
" È necessario invertire subito la rotta, garantendo risorse certe, stabili e adeguate. I tagli sono una risposta miope e pericolosa di fronte alle sfide ambientali e sanitarie".