Ognuno di loro si ricorda di aver fatto qualcosa al Passel di Angrogna... chi un battesimo, un compleanno o una gita di classe. E tanti, prima o poi, si sono immaginati dietro il bancone o al lavoro, tra i tavoli e i campi da gioco nello spazio verde che lo circonda. Ora tocca proprio a loro, a un gruppo di giovani tra i 25 e 35 anni, riprendere in mano il futuro della struttura ricettiva in località Passel, lungo la strada comunale che porta al Colle della Vaccera.
“Per noi è un ritorno in un posto in cui siamo stati bene e che abbiamo cercato di ritrovare” introduce Lorenzo ‘Lollo’ Boulard che ha preso in gestione il Passel e che ci lavora con un gruppo di amici che, come lui, fanno parte dell’associazione Sonador. Proprio l’associazione lì, nel 2019, aveva organizzato il suo primo festival: il RakaBoom, in accordo con i vecchi gestori. “Da quel momento l’idea di prendere in gestione la struttura è tornata più volte”, racconta.
Figlio d’arte con il sassofono
Boulard non si sarebbe mai immaginato di ritrovarsi – a 32 anni – a gestire una struttura in Val d’Angrogna. Ha studiato scienze internazionali e diplomatiche, concentrandosi sul diritto umanitario e i crimini di guerra. Per cinque anni poi ha lavorato in Diaconia valdese come referente nazionale per le gare e gli appalti. Eppure, a partire dal mese di dicembre dello scorso anno, è maturata in lui la voglia di buttarsi in questa nuova avventura. Tuttavia non è neofita ma, in un certo senso, ‘figlio d’arte’: suo padre, Roby, è il gestore storico del rifugio Jervis. Proprio ai circa 1.700 m s.l.m. della Conca del Pra, Lorenzo Boulard si è ‘fatto le ossa’: “A maggio dello scorso anno sono salito al Pra dove ho lavorato in rifugio fino a dicembre occupandomi soprattutto degli aspetti gestionali ed amministrativi: è stata per me un’ottima palestra”.
Ad Angrogna è arrivato portandosi dietro la sua passione musicale: suona il sassofono da quando frequentava le medie: “Il futuro di questo spazio è dedicato soprattutto agli eventi musicali senza preclusioni di genere. Continueremo a coltivare un terreno già fertile in Val Pellice: quello dell’espressione artistica” annuncia.
E l’inaugurazione del 1° maggio gli ha fatto presagire di trovarsi sulla strada giusta: “Sono salite circa 1.000 persone per festeggiare l’apertura dello ‘Spazio Passel’”.
Lo spazio verde e il senso del possibile
I ragazzi hanno cominciato a lavorare dall’area verde che circonda la struttura per dare una nuova vita a quello che hanno chiamato ‘Spazio Passel’. “Lo spazio verde è una risorsa della struttura ma negli ultimi anni era andata in disuso, così abbiamo riaperto il campo da calcio, da beach volley e da bocce. Mentre nell’ex campo da pattinaggio abbiamo montato il tendone per l’inaugurazione e la festa annuale dell’Aib e in quello che una volta veniva destinato al tennis, ma ora non è più recuperabile, abbiamo montato una piscina” dettaglia.
Ciò che vogliono, infatti, è che il luogo serva anche alla socialità: “C’è anche una zona adibita a campeggio, per tende e furgoni” aggiunge.
Per Boulard e i suoi amici è una scommessa ma anche per far rivivere lo spirito dei Sonador: “Con i nostri festival abbiamo dato a chi è più giovane di noi ‘il senso del possibile’, cioè che anche nella nostra valle si potessero organizzare eventi in grado di ospitare artisti internazionali – racconta –. Ora, questo è un modo per mettere a frutto il capitale umano che si è formato in quegli anni”.