Economia e lavoro | 18 luglio 2025, 11:55

Le imprese del Canavese tornano prudenti: riprendono gli investimenti ma sull'export pesa il caos dazi

Dall’indagine congiunturale emerge un andamento positivo per l’occupazione e i servizi, frena la manifattura con aspettative negative per produzione e ordini Amalberto: “Il nostro tessuto economico sempre più differenziato è elemento di stabilità e crescita”

Immagine di archivio

Immagine di archivio

Tornano prudenti le attese delle aziende piemontesi, dopo il rimbalzo registrato a marzo, complice il continuo complicarsi dello scenario geopolitico ed economico globale. È quanto emerge dall’indagine congiunturale realizzata a giugno dal Centro Studi dell’Unione Industriali Torino su un campione di circa 1.200 aziende manifatturiere e dei servizi del sistema confindustriale piemontese.

 A livello regionale dalle imprese arrivano attese positive per l’occupazione (saldo ottimisti/pessimisti al +4,9%). Negativi i consuntivi per produzione (-1,0%), ordini (-2,3%), export (-6,1%) e redditività (- 6,9%). Cresce la propensione a investire, che interessa il 74,6% delle rispondenti, mentre oltre un quarto delle imprese ha programmato l’acquisto di nuovi impianti, un dato in crescita di 1 punto rispetto a marzo. L’indice di utilizzo di impianti e risorse resta stabile al 77%, così come il ricorso alla CIG, attivata dal 10,4% dei partecipanti all’indagine, percentuale che cresce nel manifatturiero, dove sale al 14,1% (invariata rispetto alla rilevazione di marzo).

“Il nostro tessuto economico sempre più differenziato, si conferma un’altra volta il principale elemento di stabilità e crescita. Se infatti permangono vocazioni storiche come la mobilità, il Piemonte del 2025 raccoglie con successo le principali sfide connesse alla transizione ambientale e tecnologica. E non è facile farlo in uno scenario dove il futuro economico sembra disegnato da chi guarda negli specchietti retrovisori, piuttosto che alle sfide future. E non va sottovalutata la perdurante riduzione della redditività, legata certo all’incertezza ma anche a norme che continuano a penalizzare chi fa impresa, con un cuneo fiscale che resta tra i più elevati, generando un costo del lavoro che corrode il potere d’acquisto. Su questo come Confindustria dobbiamo continuare ad impegnarci, perché alla fine così si indebolisce il mercato interno e quindi la ricchezza del Paese” commenta Andrea Amalberto, presidente di Confindustria Piemonte.

Tornando ai dati complessivi, si conferma ancora una volta che sono la sintesi di andamenti settoriali differenziati. Infatti, il manifatturiero, che rappresenta circa due terzi del campione, registra ancora saldi col segno meno per tutti i principali indicatori: produzione (-5,9%), nuovi ordini (-8,0%), redditività (-11,5%) ed export (-7,8%). A soffrire sono soprattutto il comparto metalmeccanico (il saldo fra ottimisti/pessimisti per la produzione è pari a -9,7%), soprattutto automotive e metallurgia; dopo un temporaneo rimbalzo tornano negativi tessile (-28,3%), cartario-grafico (-16,7%) e manifatture varie (-15,6%). Stabilmente positive le attese per alimentare (+11,4%), edilizia e impiantisti (rispettivamente +7,2% e +23,3%). Per contro il terziario, per sua natura meno esposto alle oscillazioni dei mercati esteri di questo periodo storico, presenta un andamento stabilmente espansivo. 

Tutti i comparti esprimono attese favorevoli, pur con diversa intensità. Particolarmente positive le attese per servizi alle imprese (+26,2% il saldo tra chi si attende un miglioramento dei livelli di attività e chi prevede, invece, una diminuzione) e ICT (+24,2%). In termini dimensionali, si conferma la tradizionale forbice che vede le grandi imprese esprimere attese maggiormente positive rispetto alle altre: fra le realtà con meno di 50 dipendenti l’indice di fiducia sulla produzione è negativo (-1,9%), mentre fra quelle con 50 o più addetti si attesta sopra lo zero, al +0,8%. Com’è facilmente intuibile, la positività delle attese è inversamente proporzionale alla quota di export sul fatturato: le aziende che esportano poco hanno attese sulla produzione più ottimistiche (+5,2% per le aziende che esportano una quota inferiore al 10% del fatturato). Negative tutte le attese per tutte le altre classi: -7,1% per le imprese che inviano all’estero dal 10 e 30% del fatturato, -10,7% per quelle che esportano il 30-60% e -7,8% per quelle che esportano oltre il 60%. 

Infine, calano significativamente i timori sull’aumento dei prezzi di materie prime ed energia (con saldi in diminuzione, rispettivamente di 8,4 e 16,8 punti percentuali). Più contenuta la variazione delle attese sui costi per la logistica (-2,7 punti).

comunicato stampa

Leggi tutte le notizie di CONVERSAZIONI ›

Barbara Gabriella Renzi

Salve! Mi chiamo Barbara Gabriella. Sono appassionata di filosofia, psicologia e letteratura. Ho scritto e scrivo di filosofia e anche i miei brevi racconti hanno sempre un risvolto filosofico e psicologico.
Ho all’attivo articoli e libri in inglese e in italiano su vari argomenti: filosofia della scienza, dell’ambiente e del linguaggio. In particolare mi sono interessata di metafore dal punto di vista cognitivo e ho puntato le mie analisi sulla loro abilità di strutturare il nostro modo di pensare e la nostra visione del mondo.
Mi piacciono i gatti e anche i cani ma purtroppo vivo senza animali. Adoro il mare e la sua canzone e la montagna d’estate quando si cammina sui sentieri e ci si immerge nella natura. Tra i viottoli e le mulattiere, lì, i miei passi danno il ritmo ai miei pensieri. Vivo a Berlino e ne sono contenta.

Conversazioni
La filosofia trova spazio nella vita di tutti i giorni: sicuramente è qualcosa di astratto ma questo non vuol dire che sia lontana da noi, anzi! La filosofia è un fattore fondamentale nella nostra vita e ci potrebbe aiutare a condurre un’esistenza soddisfacente. Non lasciamola a pochi esperti che parlano fra loro ma portiamola nel nostro salotto e al bar e parliamo di felicità e dei suoi segreti, di ansia e anche di cambiamento climatico, perché no? Discutiamo di amore e, magari, anche dell’importanza della solitudine in alcuni casi. Iniziamo a ragionare insieme su questi concetti e rendiamoli parte della nostra quotidianità per vivere meglio: in fondo una vita che non sia pensata è una vita non completamente vissuta, forse. Voi cosa ne pensate?

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium