Cronaca | 07 agosto 2025, 07:01

Baby gang in azione nelle piscine, l'appello dei docenti: "Dall’onda del disagio alla spinta educativa"

Il Coordinamento Nazionale: "Questi comportamenti denotano non solo una perdita di rispetto per le regole e per le persone, ma anche la mancanza di riferimenti educativi solidi e condivisi"

Baby gang in azione nelle piscine, l'appello dei docenti: "Dall’onda del disagio alla spinta educativa"

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani preoccupato per i recenti episodi di violenza nelle piscine del Torinese da parte di baby gang. "Occupazione abusiva di sdraio e spazi comuni, litigi, spintoni, bullismo e persino sputi sono segnali di un disagio che non può essere banalizzato come semplice esuberanza adolescenziale. Questi comportamenti denotano non solo una perdita di rispetto per le regole e per le persone, ma anche la mancanza di riferimenti educativi solidi e condivisi. Il fenomeno non va ridotto a questione di ordine pubblico, pur richiedendo l’intervento delle forze dell’ordine in situazioni critiche; è, piuttosto, l’espressione di una crisi più profonda che riguarda la formazione civica e la capacità di vivere la comunità. 

Per questa ragione il CNDDU invita le istituzioni scolastiche e le autorità competenti a rivedere e innovare i modelli educativi, potenziando l’insegnamento dell’educazione alla legalità e della cittadinanza attiva in ogni ordine e grado di scuola, come previsto dalla Legge 92/2019 sull’Educazione Civica. La scuola deve diventare il laboratorio permanente in cui i ragazzi apprendano che i diritti sono indissolubilmente legati ai doveri, che la libertà individuale trova senso e misura nel rispetto degli altri e delle regole, che la convivenza civile non è un’imposizione ma una conquista quotidiana. Occorre prevedere ore dedicate, progetti interdisciplinari, collaborazioni con enti locali, magistrati, forze dell’ordine e associazioni del territorio per rendere la legalità un’esperienza viva e non un concetto astratto. Parallelamente, è fondamentale che nei luoghi di socialità, come piscine, centri sportivi o spazi pubblici, vengano attivati percorsi educativi estivi in grado di trasformare il tempo libero in occasione di crescita e non di conflitto. Il rispetto, come l’acqua, è un bene comune: se si inquina l’uno, si compromette l’equilibrio della comunità; se si spreca l’altra, si prosciuga la fiducia reciproca. Restituire valore alla regola e dignità alla convivenza è la sfida che dobbiamo affrontare oggi, prima che questi episodi diventino normalità. Il cambiamento passa dalla scuola, dalla famiglia e dalla comunità intera, unite in un’alleanza educativa che non lasci nessuno indietro e non permetta a nessuno di imporsi con la forza. Solo così potremo trasformare la rabbia sterile in energia costruttiva e ridare ai luoghi pubblici il loro significato originario di incontro e benessere."

redazione

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