Cronaca | 09 agosto 2025, 11:13

Lavorava in nero in un cantiere edile, gravemente ferito da crollo di un balcone: tre denunciati

L'uomo, un muratore romeno di 46 anni, è in prognosi riservata. Nei guai i proprietari dell'area

Lavorava in nero in un cantiere edile, gravemente ferito da crollo di un balcone: tre denunciati

È ricoverato in prognosi riservata, ma fuori pericolo di vita, il muratore romeno di 46 anni vittima di un grave incidente sul lavoro avvenuto lo scorso 7 agosto in un cantiere edile di proprietà di una coppia di coniugi italiani.

L’uomo, che lavorava “in nero” nel cantiere, si trovava sopra un balcone che improvvisamente si è staccato dal muro perimetrale della casa in ristrutturazione. Nel crollo è stato colpito dalle macerie e dai ferri incastonati nella muratura, riportando ferite gravi.

Secondo le indagini coordinate dalla Procura di Ivrea e svolte dai carabinieri di Ciriè, i due proprietari del cantiere - marito e moglie di 48 e 46 anni - avevano inizialmente fornito una versione falsa dei fatti, sostenendo di aver trovato il ferito riverso su un prato mentre transitavano nella zona di località Roboronzino.

In realtà, i militari hanno ricostruito che, per evitare conseguenze penali, la coppia aveva caricato il muratore ferito a bordo della propria auto e lo aveva abbandonato in un prato prima di chiamare i soccorsi.

Un terzo uomo, 48enne, direttore dei lavori di ristrutturazione, è stato anch’egli denunciato per le violazioni delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, come previsto dal Decreto Legislativo 81/2008.

I reati contestati ai tre - tra cui omissione di cautele e responsabilità per infortuni sul lavoro - sono stati denunciati dai carabinieri di Ciriè. Episodio che riaccende l’attenzione sul fenomeno del lavoro irregolare e sulle condizioni di sicurezza nei cantieri edili. La vittima è stata trasportata all’ospedale di Ciriè dove resta tuttora in cura.

I provvedimenti a carico dei soggetti citati sono stati emessi durante le indagini preliminari e, pertanto, vige la presunzione di non colpevolezza.

Intanto la Cgil Torino e la Fillea Cgil Torino-Piemonte esprimono indignazione e profonda preoccupazione davanti a un caso simile. “La sicurezza è un diritto fondamentale: nessun lavoratore deve rischiare la vita per guadagnarsi da vivere - dichiara Sarah Pantò, Segreteria Cgil Torino -, e nessuno dovrebbe essere abbandonato da solo in condizioni disumane dopo un infortunio. Questo problema è legato a doppio filo con l’assenza di controlli, ispezioni e sanzioni, e di una presa di coscienza reale sulla profondità del problema”.

Sul tema è intervenuto anche Massimo Cogliandro, segretario generale della Fillea Cgil Torino-Piemonte. “La gravità dell’episodio del quale siamo venuti a conoscenza è altissima: purtroppo sappiamo che questo non è un caso isolato, ma anzi va a costituire il terzo caso di un lavoratore che, in pochi mesi, in provincia di Torino, che subisce un trattamento di questo tipo - così Cogliando -. Il progressivo e inarrestabile aumento di questi fenomeni, specie purtroppo nell’ambito dell’edilizia, insieme a questo caso in particolare, ci confermano che il sistema degli appalti nel nostro paese non funziona e che la decisione di istituire una procura nazionale super specializzata in materia di salute e sicurezza sul lavoro non può più essere rimandata”.

Redazione

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