Cronaca | 13 ottobre 2025, 10:04

Dai maltrattamenti alle truffe: chiuse le indagini sull'Asl To4, in 38 rischiano il processo

I fatti risalgono a episodi che si sarebbero verificati tra il 2021 e il 2024

Dai maltrattamenti alle truffe: chiuse le indagini sull'Asl To4, in 38 rischiano il processo

Sono 38 gli indagati (37 persone e una società) emersi a indagini concluse sull'Asl To4 dalla procura di Ivrea. Coinvolti sono i territori di Ciriè, Chivasso, Settimo Torinese, Ivrea e dintorni.

I fatti 

I fatti cui fa riferimento l'indagine avviata nel 2022 risalgono a un periodo che va tra il 2021 e il 2024. Precisamente il 15 dicembre di tre anni fa, la guardia di finanza di Torino aveva eseguito un sopralluogo nella sede di Chivasso, per acquisire documenti relativi ad alcuni appalti e nomine. Ma nel mentre, sono emerse altre irregolarità.

Tra questi alcuni casi di presunti maltrattamenti a pazienti dell’ospedale di Settimo Torinese, oltre a somministrazione di farmaci non prescritti, richieste di aiuto non ascoltate, ma anche casi di vertici dell'ospedale assenti che si facevano passare il badge da altri colleghi. A tutto questo si aggiungerebbero concorsi truccati per favorire alcuni candidati e gare d’appalto viziate a favore della società indagata. 

Le accuse

La procura ipotizza i reati di turbativa d’asta, maltrattamenti, corruzione, esercizio abusivo della professione e truffa. Tutti gli indagati ora rischiano il processo. Assistiti dagli avvocati saranno ascoltati dai Pm, i quali potranno poi chiedere il rinvio a giudizio.

La nota della Cgil

L’indagine della Procura di Ivrea sull’Asl To4 porta alla luce un sistema in cui si ipotizzano irregolarità negli appalti, favoritismi nelle assunzioni e gravi comportamenti lesivi della dignità delle persone assistite.

Siamo consapevoli che, allo stato attuale, si tratta di indagini in corso e che sarà la magistratura a fare piena chiarezza. 

Tuttavia, se quanto riportato dagli organi di informazione dovesse trovare conferma, ci troveremmo di fronte a una situazione gravissima, che rischia di minare la credibilità del Servizio Sanitario Pubblico e la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

La CGIL ritiene imprescindibile che l’Azienda e gli organi competenti assumano ogni iniziativa utile per rafforzare i presidi di legalità, trasparenza e correttezza amministrativa, garantendo un controllo rigoroso sugli appalti, sulle procedure di selezione del personale e sulla qualità dell’assistenza erogata.

Ciò che emergerebbe rispetto all’Ospedale di Settimo non fa altro che confermare quanto in questi anni la Funzione Pubblica CGIL ha denunciato: l’assegnazione del servizio di assistenza a una società privata, attraverso continue proroghe e senza mai indire una nuova gara. Un sistema che, in più di un’occasione, abbiamo dichiarato opaco, poco trasparente e per cui avevamo richiesto incontri specifici sia alla Regione che a Saapa. Un meccanismo di aggiudicazione del servizio che ha, di fatto, segnato la fine delle relazioni sindacali.

Nel tempo abbiamo denunciato le condizioni di lavoro del personale rimasto in quell’azienda, spesso sotto organico e sotto pagato, la decisione della società di non avvalersi di personale infermieristico dipendente, scelta che ha avuto ricadute sulla qualità dell’assistenza.

La denuncia sui presunti maltrattamenti si aggiunge alle segnalazioni che abbiamo ricevuto in questi ultimi mesi anche su altre realtà residenziali. Eventi gravi che devono indurre le commissioni di vigilanza e gli enti preposti ad essere molto più operativi rispetto ai controlli, soprattutto sulle strutture che fanno capo alle stesse società” dichiara Lucia Centillo, Segretaria dello SPI CGIL Torino

Ciò che accade all’ospedale di Settimo è l’emblema del fallimento della sperimentazione gestionale pubblico/privato, a cui ci opponiamo: per questo abbiamo presentato il referendum per abrogare la legge Regionale che regola la materia. La norma che permette questo tipo di gestione è del 2012 e doveva essere una sperimentazione, ma non è stata mai modificata: le maglie ampie della legge stessa favoriscono irregolarità come questa appena verificata. La Regione Piemonte, che ha accolto la nostra proposta di abrogazione della legge, deve intervenire quanto prima per evitare che la consultazione popolare rimanga un alto capitolo incompleto” dichiara Elena Palumbo, Segretaria della Cgil Torino.

La tutela della dignità dei lavoratori e dei pazienti, così come la difesa del carattere pubblico, etico e trasparente del Servizio Sanitario, rappresentano valori fondamentali che non possono essere messi in discussione” dichiara la Funzione Pubblica CGIL.

In questa fase così delicata, la CGIL richiama tutti - istituzioni, dirigenze e forze sociali - a un assunzione collettiva di responsabilità per ricostruire un clima di fiducia, legalità e rispetto del lavoro pubblico, affinché non si ripeta più quanto sta emergendo dalle inchieste della magistratura.

redazione

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