Economia e lavoro | 23 ottobre 2025, 10:30

La città che respira piano: un racconto di lentezza, fiducia e comunità

Quando la mobilità diventa un gesto di maturità collettiva

Ci sono gesti che non fanno rumore, e proprio per questo cambiano le cose.

A Cuneo, nei giorni della Fiera del Marrone, ne abbiamo compiuto uno: venti biciclette vintage, colorate, leggere, con il cestino di vimini davanti, sono comparse davanti alle botteghe e alle osterie del centro.
Non per fare scena. Ma per fare pensiero.
Non per aggiungere velocità, ma per restituire lentezza.

Slow Moeves e Slow Food hanno scelto di incontrarsi così, con un progetto che è insieme simbolico e reale: un piccolo atto di fiducia nella città.
Abbiamo voluto ricordare che la mobilità non è solo questione di spostamenti, ma di appartenenza.
Che una bicicletta, se la guardi bene, è un gesto culturale.
È una dichiarazione d’amore per il luogo che attraversa.

Ogni città ha il suo ritmo, e Cuneo non è fatta per essere attraversata di corsa.
È una città che si svela solo a chi rallenta, a chi si ferma a guardare.
E in questo gesto semplice — pedalare piano, scegliere la strada lunga, alzare lo sguardo — c’è forse la chiave di un nuovo modo di vivere i nostri spazi.
Perché la lentezza non è una rinuncia, ma una forma di intelligenza collettiva.

La rete di esercenti che hanno accolto le biciclette non è solo logistica: è un piccolo patto di comunità.
Ognuno di loro si prende cura di una bici, come ci si prende cura di un’idea.
E quell’idea è che la città possa essere più gentile, più umana, più viva.

Sappiamo bene – spiega Mauro Paoletti - Amministratore Delegato, Moeves - che i temi della mobilità sono vasti, complessi, e che l’integrazione con il trasporto pubblico richiede visione, infrastrutture, pianificazione.
Questa iniziativa non ha la pretesa di cambiare tutto, né di riscrivere le regole del muoversi.
È solo una goccia nel mare.
Ma anche una goccia, quando cade nel punto giusto, può accendere un’idea, creare un’opportunità, smuovere un pensiero.
E se quel pensiero diventa condiviso — se tante persone, insieme, iniziano a guardare la città con occhi diversi — allora qualcosa comincia davvero a cambiare.

Abbiamo chiamato questo progetto una provocazione gentile, ma in fondo è solo un invito: a cambiare passo, a credere che anche nel muoversi piano ci sia una forma di progresso.
Perché, come accade con le cose vere, non serve gridarle.

Basta farle accadere.

C.S.

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Johanna Finocchiaro

Buongiorno, Good morning, Bonjour, Buenos Días, Namasté!
Sono Johanna. Classe 1990, nata a Torino, appassionata di musica, viaggi, lingue straniere e poesia. Già, POESIA.
Scrivo sin dalla tenera età (mi sono innamorata di lei al nostro primo incontro, alle scuole elementari) e leggo, leggo tanto, sempre e ovunque. La mia massima fonte d'ispirazione è la natura e l'arte sua complice: mi conquistano l'immediatezza, la forza comunicativa, la varietà di forme e concetti espressi, la contraddizione.
Viaggiando ho compreso quanto il mondo sia immenso, dinamico ed io piccola. Mi ci sono adattata, pian piano, stravolgendo i piani e spostando i limiti. Oggi, continuo ad essere curiosa. E gioiosa. Mi occupo di divulgazione culturale e ho all'attivo quattro pubblicazioni: Clic (L'Erudita Editore), Ramificare (Eretica Edizioni), Specchi (Scrivere Poesia Edizioni), L'Atto versato (Edizioni Il Cuscino di Stelle). Obiettivo primario: sostenere una cultura consapevole, socialmente impegnata.
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E POE...SIA!
Questa rubrica nasce sotto una buona stella o così mi piace pensare; si propone, con determinazione, di avvicinare il lettore a un genere letterario incompreso quanto testardo: la poesia.
Perché no!? Perché non recuperarla dal cassetto, vestirla con abiti nuovi, freschi, darle una possibilità? La possibilità di emozionarci, semplicemente questo: riflettere, sentire qualcosa, qualsiasi cosa, con e grazie a Lei.
Allontaniamoci dall'impostazione scolastica e dall'“analisi del testo”, lasciando spazio, invece, all'analisi del SENSO. Senso che sta per ragione e sensazione insieme. Impariamo a cercare la domanda, prima della risposta. E accendiamo il pensiero, tra racconti e storie positive che vado scovando per il mondo. Che dite, ci lanciamo nel viaggio? Al trasporto provvedo io!

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