Sindacati degli inquilini e centrosinistra sulle barricate contro il disegno di legge 107 dell'assessore regionale Maurizio Marrone che propone, tra le altre cose, di assegnare una parte degli alloggi popolari da ristrutturare ad enti come Ministero e Sanità per il proprio personale in trasferta. Una proposta contestata in maniera compatta da PD, AVS, Stati Uniti d'Europa e dalle organizzazioni sindacali perché andrebbe ad "aggravare ulteriormente la carenza di case popolari".
La proposta
Marrone ha difeso il provvedimento, chiarendo come così si dà "modo agli enti proprietari – come Comuni o Atc - di avere degli strumenti per recuperare gli alloggi oggi inutilizzati, che avrebbero bisogno di importanti interventi di manutenzione e per i quali mancano i fondi". Gli appartamenti infatti, dopo l'assegnazione temporanea di 8-10 anni, "resteranno di proprietà dell’ente pubblico e andranno, ristrutturati, in assegnazione a chi è in graduatoria".
5mila alloggi da assegnare
Attualmente in Piemonte ci sono 52mila appartamenti di edilizia residenziale pubblica, di cui 5 mila che non possono essere dati perché necessitano di manutenzioni importanti. L'idea di Marrone è destinare il 20% di queste case inutilizzabili ai trasfertisti pubblici.
Centrosinistra e inquilini contrari
"Siamo contrari - spiega Davide Masera del Sunia - perché significa sottrarre ulteriori alloggi a cittadini che hanno fatto domanda di casa popolare, per destinarli ad altri soggetti, non ben definiti, che dovrebbero risanare a loro spese gli appartamenti". Al momento solo un inquilino su 12, in lista d'attesa, riceve la casa. "In questa fase complicata, dove mancano appartamenti da affittare, ci aspettavamo una piano serio di edilizia popolare" conclude Masera.
Perplessità condivise dal SICET e dall'UNIAT. "Si prevede anche - aggiunge Domenico Paoli dell'UNIAT - che possano essere utilizzati alloggi pronti per l’assegnazione. E’ una scelta grave e sbagliata perché riduce ulteriormente la possibilità dei cittadini che sono in attesa di una casa popolare di averla".
Per la capogruppo di Stati Uniti d'Europa Vittoria Nallo, il "DDL dell’assessore Marrone, presenta delle lacune così gravi da minacciare proprio il diritto all’abitare". Sulle barricate anche le consigliere regionali di AVS Alice Ravinale e Valentina Cera: "Sulla casa la destra fa cassa e propaganda. L’obiettivo di questa proposta non è dare risposte all’emergenza abitativa, ma alimentare slogan. Le case popolari devono restare un bene pubblico destinato alle famiglie in condizioni di fragilità".
A raccogliere il grido d'allarme dei sindacati la vicepresidente della commissione urbanistica Nadia Conticelli, insieme alla capogruppo del PD Gianna Pentenero: "A un anno e mezzo dall’insediamento della giunta ci saremmo aspettati una proposta di programmazione complessiva rispetto alle politiche per la casa".
"Sulle manutenzioni - aggiungono le due esponenti dem - è stato messo un milione di euro dal bilancio regionale, una goccia in un oceano , mentre fondi ben più consistenti sono stati destinati ad altre scelte politiche come il fondo vita nascente".
FdI difende la proposta
A difendere la proposta di Marrone è Fratelli d'Italia. “E’ un piano che ci consente di valorizzare il patrimonio pubblico, di risanare degli alloggi, di avere meno sprechi e ottenere più sicurezza nei quartieri, ma a costo zero per la Regione" sottolinea il capogruppo Carlo Riva Vercellotti.
Per la vicecapogruppo di FdI Alessandra Binzoni "ci sarà una riduzione degli alloggi vuoti, contribuendo così anche a contrastare le occupazioni abusive" oltre ad un "aumento dei ricavi" da "investire in manutenzione e migliorie per il patrimonio immobiliare".












