Buongiorno #poetrylovers e grazie per essere qui, anche quest'oggi, pronti a seguirmi nei miei stravaganti “viaggi” alla scoperta del presente: notizie curiose, biografie, progetti, interviste, temi sociali ed emozioni. Il tutto tenuto insieme dal collante migliore al mondo: l'Arte. Nel caso specifico, la Poesia.
Essenziale ribadire il concetto chiave della rubrica: ciò che ci circonda ha un peso, una morale e un senso; parlarne come scriverne fa parte di quel meccanismo di comprensione e maturazione che porta dapprima al frutto e, in seconda battuta, alla “digestione” dello stesso. Certo, vivere nella totale indifferenza è possibile, persino liberatorio. A lungo andare, però, dimostra il pericolo di chi semplicemente vive come se gli altri non lo riguardassero: l'aridità.
Insomma, per allontanare il più possibile questa evenienza, anche questa settimana sono andata a caccia di positività e ho scovato un bocconcino da 10 e lode! Ma dobbiamo cambiare continente; perciò, seguitemi.
Questa bella storia vede protagonisti gli aborigeni delle isole Tiwi.
Andiamo per ordine: Tiwi ché? Molto meno gettonate delle classiche mete esotiche, queste isole formano un arcipelago, situato sopra l'Australia e appartenente al Territorio del Nord. Si trovano a 100 km da Darwin, tra il mar di Timor a ovest, il mare degli Arafura a nord e la penisola di Cobourg a est. Oltre all'indubbia bellezza naturalistica (spiagge di sabbia bianca, acque cristalline, piscine naturali scavate nella roccia, cascate, foreste pluviali e una vegetazione tropicale lussureggiante), ciò che davvero contraddistingue il territorio - caratteristica ahimè fin troppo rara – è la presenza di autentici custodi.
Se i famosi pilastri di Ken Follett simboleggiavano il potere temporale e la corruzione dell'uomo, gli aborigeni delle Tiwi potrebbero senza dubbio ricoprire il ruolo di “custodi della terra”.
Perché?
Conoscete il colosso estrattivo Santos? Questa multinazionale australiana, specializzata nella ricerca e trivellazione di pozzi del gas, soltanto nel primo semestre del 2022 ha raggiunto un fatturato di 8318 miliardi di euro; così, giusto per fornire qualche misera cifra (dato tratto da marketscreener.com).
Ora provate a immaginare l'assistenza legale e la vicinanza politica di cui dispone un simile titano, oltre agli interessi economici di migliaia e migliaia di azionisti: vere e proprie armi. Un altro piccolo sforzo d'immaginazione, adesso: pensate a un popolo nativo che conta appena 2000 membri tra uomini, donne e bambini, estraneo al sistema finanziario e alle leggi che lo regolano. Pensate alla sua forza sanguigna e viscerale, pensate alla sua nobiltà, legata alla natura e imbevuta di rispetto per la vita stessa. Spacciati in partenza, che altro mai ci si potrebbe aspettare?
Nulla.
Ma dal nulla, spesso, nascono grandi cose. E infatti, vuoi per l'intelligenza emotiva del loro avvocato, vuoi per l'inarrestabile voce della verità (quando ci si prende il tempo di ascoltarla), la tribù Tiwi è riuscita in una sfida che si fa presto a definire impossibile: vincere.
Dopo aver dimostrato che la multinazionale aveva eseguito le perforazioni per l'estrazione senza consultare la comunità (guardiana di queste terre da secoli), ha ottenuto che la corte federale australiana annullasse l’autorizzazione alla trivellazione e i diritti di sfruttamento. Inoltre, alla Santos sono state concesse appena due settimane per chiudere e smontare il suo intero impianto. A quanto si aggira la perdita? Circa 4,7 miliardi di dollari.
I Tiwi hanno raggiunto questo risultato seguendo le regole (il famoso fair play esiste davvero!) e presentando un ricorso con cui esprimevano preoccupazione per l’impatto ambientale, culturale e spirituale che le perforazioni rischiavano di provocare all'amato “paese di mare” di cui sono custodi e proprietari e con il quale hanno un legame ancestrale e profondo.
Alina Leikin, avvocato dei nativi, ha affermato che la sentenza solleva “implicazioni globali per la consultazione con i popoli delle Prime Nazioni (le tribù indigene)”, relative a progetti minerari e non solo. La decisione mette in guardia tutte le compagnie petrolifere e del gas, notoriamente parassitarie; definisce inoltre un nuovo standard sulla profondità di queste consultazioni: non solo consigliate bensì obbligatorie, se si desidera ottenere l’approvazione per interventi di ordine straordinario.
Qualcuno definirebbe questo successo un miracolo. Altri ancora un colpo di fortuna. Io preferisco definirla, invece, una bella storia. Soprattutto, una storia VERA! Sono felice che adesso anche voi la conosciate!
Facciamo attenzione, amici, molta attenzione. A non lasciarci convincere, senza neppure troppo sforzo, che non valga la pena tentare, lottare, contestare, difendere ciò che È GIUSTO. Siamo talmente assuefatti alla legge del più forte da aver dimenticato quella della coscienza. E per quanto potremo diventare bravi a zittirla, prima o poi arriverà il suo momento di presentarci il conto: talmente salato che sarà impossibile, questa volta, ripagarlo.
A tal proposito, per concludere con un ultimo ma non meno importante extra di positività, un mio inedito che vuole abbracciare e racchiudere ulteriormente il concetto:
UOMINI
Misteri nel vento
Parole sincere e
Bugiarde
Bianche e
Nere
Senza distinzione mischiate
A noi la stregua i sussulti i deliri
A noi la tempesta i rumori i ricordi
Sapremo uscirne
Se non oggi, ieri
Se non ieri, mai
Vivi e armati d’intenti
Uomini
Questo verso in particolare:
“Vivi e armati d'intenti”
Lo credo fermamente: indifeso è colui che non conosce le proprie armi.
Pensateci su.
A presto