Nuove Note | 23 ottobre 2022, 07:45

Rania e quel sogno di diventare artista coltivato fin da bambina: "La musica per combattere le mie insicurezze"

La famiglia marocchina che non approvava la sua scelta è stata la molla per andare avanti: "Nelle canzoni metto la rabbia e l'energia di chi non vuole mollare"

Rania

Rania e quel sogno di diventare artista coltivato fin da bambina

Rania nasce a Rivoli, cresce e vive nel quartiere Aurora di Torino in una famiglia marocchina e sin da piccola sogna di diventare un’artista di successo. Cantare per lei significava staccarsi dalla realtà e sfogarsi. Gli studi musicali le vengono negati dai genitori ma Rania non si abbatte e decide di imparare autonomamente a suonare la chitarra e di pagare di tasca propria alcune lezioni di canto. Adesso studia pianoforte e si esibisce come busker per le strade e piazze di Torino. Cantare per Rania significa oltrepassare una barriera, dimostrare che è in grado di dire molto. I suoi testi sono tratti da momenti che ha vissuto, in questo periodo sta lavorando a nuovi brani scrivendo sia in italiano che in arabo, le due sue lingue che rappresentano le due culture con le quali è crescita e vive.

Come si è avvicinata Rania alla musica?
Ho sempre amato la musica, fin da piccola. Mi piaceva molto la musica ritmata che  metteva mio padre, nei viaggi in macchina verso il Marocco ascoltavamo sempre  Madonna e Michael Jackson. Adoravo la musica che si suonava durante i matrimoni  marocchini ai quali mi portava mia zia Fatma. Cantare era il mio modo di sfogarmi e  liberarmi, staccavo dalla realtà per il tempo di una canzone, cantando ritrovavo la  voce che non riuscivo a usare quando dovevo parlare a scuola. Poi ho deciso di  imparare la chitarra da autodidatta, me ne aveva lasciata una in casa mio zio Nourdinne, e ora sto studiando il pianoforte, oltre chiaramente a continuare a  esercitarmi con la voce e scrivere canzoni.

Suonare e cantare le è costato tanto ma nonostante questo ha scelto di seguire la  strada della musica, cosa l’ha resa così ostinata nel perseguire il proprio sogno?
Il fatto che mi fosse stato proprio negato dai miei genitori: vedermi ostacolata e mai  incentivata mi metteva una tale rabbia che in qualche modo dovevo canalizzare, l’ho resa la mia forza. Ogni parola che mirasse ad abbattermi l’ho sempre presa come una  spinta a dimostrare il contrario. Ho acquisito con il tempo molta determinazione, ambizione e fiducia in me stessa, anche se ho ancora molte insicurezze.

Chi non credeva in lei come cantante ha poi cambiato idea?
A volte in famiglia ci sono ancora degli attriti, ma ora hanno quantomeno rinunciato a  farmi cambiare idea. Mio fratello si è sempre lamentato del fatto che cantassi a ogni  ora in casa, senza mostrare alcun interesse, mai un complimento o un  incoraggiamento, ora però si è scusato e a suo modo mi sostiene. Non ho ancora  raggiunto il mio obiettivo, e non vedo l’ora di rinfacciare i miei traguardi ai molti che  mi hanno presa come un’illusa. Fortunatamente ho la fortuna di avere anche tante  persone che mi sostengono e credono in me.

Cosa significa per lei fare musica?

Per me è un modo di esprimermi senza inibizioni: ho sempre faticato ad alzare la voce  per farmi sentire, e questo mi ha causato molti complessi e insicurezze. Il canto mi ha  dato modo di superare questa barriera, di dimostrare che sono in grado di dire molto e  non mi limito a restare soltanto in disparte e in silenzio. Considero la musica un modo  meraviglioso di condividere emozioni, esperienze, sensazioni, e ogni volta è sempre  diverso e sempre bello. Mi ha fatto conoscere persone meravigliose con le quali ho  condiviso momenti preziosi. É una certezza sulla quale fare affidamento, so che sarà  sempre lì a disposizione per salvarmi nei momenti difficili, o per farmi compagnia nei  momenti di solitudine, o solo farmi stare meglio nei momenti belli.

Cosa ispira la scrittura dei suoi testi e che temi le piace trattare?
I miei testi sono tratti da momenti che ho vissuto. Di solito si tratta di momenti un po’  difficili da superare e metabolizzare, fissarli in una canzone è anche un modo di farci i  conti, di affrontarli e renderli qualcosa da portare con sé per il resto della vita ma  senza che questi diventino un peso emotivo.

Ci può anticipare qualcosa dei brani a cui sta lavorando? Quando potremo  ascoltarli?
Sto scrivendo per la prima volta in italiano e in arabo, sono le mie due lingue: una  quella della famiglia (a dire il vero a casa si parla marocchino, che è un dialetto  diverso dall’arabo standard) e l’altra quella della mia vita scolastica e torinese,  essendo nata e cresciuta in Italia. Finora ho sempre scritto in inglese, perché questa è  la lingua della musica che ho sempre ascoltato, ora però voglio riuscire a portare nella  mia musica entrambe le culture con cui sono cresciuta.

La sua Torino musicale e non.
A Torino ho sempre trovato molto supporto, ho frequentato molto le associazioni  giovanili di quartiere, in particolar modo YEPP Porta Palazzo, che mi hanno sempre  aiutata a trovare le persone giuste e le situazioni migliori, oltre a offrirmi anche la  possibilità di esibirmi durante gli eventi organizzati in città. Anni fa, un animatore di  nome Lorenzo mi regalò addirittura una chitarra elettrica azzurra. Tutt’oggi  continuano a sostenermi e coinvolgermi. Questa città mi ha dato molto e da un po’ mi esibisco in centro come busker: c’è un bel fermento di artisti e la collaborazione è  molto efficace e costruttiva, anche le persone che ascoltano mi hanno sempre  trasmesso una bella energia. 

News, live, prossimi appuntamenti?
Ho finito gli ultimi live pochi giorni fa e per ora preferisco fermarmi un po’ e lavorare  ai brani nuovi che richiedono molto lavoro ed energia. Ultimissima news, arrivata  letteralmente ora mentre scrivo, mi hanno selezionata tra i finalisti per il Tour Music  Fest che si terrà a breve a San Marino, quindi inizia una nuova avventura. Ogni  tanto vado in centro a cantare per tenermi in allenamento, quindi possiamo vederci lì!

Federica Monello

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Federica Monello

Giornalista pubblicista, ascoltatrice vorace di musica, amante di tutto ciò che è cultura. Nasco e cresco in Sicilia dove da studentessa di Lettere Moderne muovo i primi passi nel giornalismo, dopo poco unisco la scrittura alla passione per la musica. Giungo ai piedi delle Alpi per diventare dottoressa in Comunicazione e Culture dei media e raccontare di storie di musica, versi, suoni e passioni.

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Nuove Note è la rubrica che ogni settimana ti fa conoscere un nuovo progetto musicale emergente nato tra la Mole Antonelliana e un pentagramma, tra i boschi piemontesi e una sala prove casalinga, tra uno studio di registrazione e i chilometri che lo separano da un paesino in provincia. Nuove Note ti racconta le storie e la musica gli artisti più interessanti della scena musicale piemontese.

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