Marc Riboud nacque il 24 giugno 1923 a Lione in una famiglia numerosa, quinto di sette figli. Il padre era un banchiere con due grandi passioni nella vita: la fotografia ed i viaggi.
Il suo primo vero incontro con il mondo della fotografia avvenne grazie ad un regalo ricevuto: nel 1937 ebbe in dono dal padre la sua vecchia West Pocket Kodak. A Parigi, durante l’Esposizione Universale, Marc cominciò a scattare le sue prime foto.
Eppure, la fotografia non sembrò essere il destino di Marc Riboud: dopo la morte del padre, decise di arruolarsi fra i partigiani durante la seconda guerra mondiale, tra il 1944 ed il 1945. Successivamente Riboud riprese gli studi, di ingegneria, nella città di Lione lavorando in contemporanea in diverse fabbriche locali fino quando, nel 1951, la passione per la macchina fotografica e i viaggi cominciarono a prendere il sopravvento. Fu il 1952 l’anno cruciale per la sua carriera da fotografo in quanto ebbe modo di entrare in contatto con Henri-Cartier Bresson. Nel 1953 entrò di diritto tra i fotografi della Magnum Photos per rimanerne un fotografo ufficiale fino al 1979.
In ogni scatto di Riboud è possibile vedere quanta importanza egli dia alla comunicazione attraverso la fotografia: l’incontro e la condivisione delle differenze culturali, il realistico orrore della guerra, il degrado delle culture repressive e l’analisi della vita quotidiana dell’uomo, in qualunque parte del mondo e situazione questi si trovi. Riboud ha inoltre sempre affermato di non poter cambiare il mondo, ma di poterci provare mostrandolo per quello che è, in tutta la sua realtà. Riboud è, come si definisce, il narratore della trasformazione e della memoria.
Muore nella sua Francia, il 30 Agosto del 2016.
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