Lorenzo Del Grande è nato ad Imperia e dal 2021 abita a Torino. Ha iniziato a suonare quattro anni fa da autodidatta recuperando una vecchia chitarra classica. Il suo progetto musicale è nato per caso, passando dall’essere un ascoltatore accanito di moltissima musica a creatore di qualcosa di suo. La sua musica trae ispirazione dalla vita quotidiana, scrive soprattutto di situazioni in qualche modo spiacevoli che fa meno fatica a mettere in canzone piuttosto che a parlarne. In questo momento sta lavorando a un EP in cui saranno contenuti diversi brani che ha scritto negli ultimi due anni.
Come si è avvicinato Lorenzo Del Grande alla musica?
Mi sono avvicinato alla musica molto presto. Quando avevo circa due anni e mezzo mio zio ha deciso di piazzarmi davanti alla televisione dove aveva messo su il vhs del concerto del ‘98 di De André al Teatro Brancaccio (quello famosissimo con i tarocchi come scenografia) ed è stato amore a primo ascolto. È un ricordo molto vivido che ha sicuramente influenzato il mio percorso di ascoltatore prima e di musicista poi.
Cosa ispira la scrittura dei suoi testi?
La musica che faccio si ispira alla mia vita quotidiana. Scrivo di quello che mi succede, soprattutto di situazioni in qualche modo spiacevoli che faccio meno fatica a mettere in canzone piuttosto che a parlarne. Mi piace il concetto della fine delle cose ma anche dell’inizio con la consapevolezza che, come tutto, quel qualcosa finirà prima o dopo. Non sono capace di fare canzoni su fatti che non ho vissuto, forse non ho abbastanza fantasia. Ho bisogno di pescare a piene mani dal quotidiano di una persona come tante, cioè me stesso.
Lei si occupa sia della parte musicale che testuale dei suoi brani?
Sì, mi occupo di entrambe le cose. Sono solito scrivere prima i testi e poi la musica, ma chiaramente è una cosa che può variare a seconda del caso specifico. La fase di scrittura, almeno nel mio caso, ha delle tempistiche molto variabili che possono andare da qualche ora a diversi mesi di lavoro. Aggiungo anche che un paio di canzoni le ho scritte insieme a mio fratello partendo da alcune sue poesie su cui sono stati fatti piccoli aggiustamenti, banalmente per una questione di metrica, e/o sostituzioni di parti del testo.
Come si descriverebbe ad ascoltatore che non la conosce?
Mi descriverei come un cantautore che parla di situazioni comuni, stati d’animo in cui chiunque potenzialmente può rispecchiarsi. Senza essere mai sicuro di riuscirci, trovo che questa sicurezza sarebbe estremamente presuntuosa. Inoltre amo molto la dimensione aggregativa e comunitaria che ha la musica, il creare situazioni estemporanee in cui si possa cantare tutti insieme ed estraniarsi dal resto del mondo per qualche minuto.
Raccoglierà i suoi brani in un unico lavoro?
In questo momento sto lavorando a un EP in cui saranno contenuti diversi brani che ho scritto negli ultimi due anni. Non ho ancora una data precisa ma non vedo l’ora di poterlo regalare al pubblico.
La sua Torino musicale e non.
Torino è una città che amo molto e che considero casa. È estremamente importante per me in quanto è stato il posto in cui mi sono rifugiato quando ho avuto bisogno di scappare dalla provincia. A livello musicale offre molto, in primis ha dato natali a gruppi e musicisti davvero incredibili come Andrea Laszlo de Simone e i Subsonica. Ha una forte concentrazione di locali e situazioni musicalmente molto stimolanti dove è possibile ascoltare qualsiasi genere in modo da arricchire il proprio bagaglio culturale. Inoltre a Torino ho scritto la maggior parte dei pezzi che ho all’attivo ed è qui che ho avuto la possibilità di suonare in live per la prima volta.
News, live in programma, appuntamenti?
In questo momento non ho news nè live nè appuntamenti in programma, ma per qualsiasi aggiornamento sulla mia attività utilizzo Instagram.