Economia e lavoro | 30 aprile 2024, 13:35

Landini: "D'accordo con Repole. No al profitto fine a se stesso. Guardate che differenza tra lo stipendio degli operai e di Tavares"

Il segretario generale Cgil a Torino per parlare di clima boccia il decreto Primo Maggio: "Basta con le marchette elettorali"

Landini: "D'accordo con Repole. No al profitto fine a se stesso. Guardate che differenza tra lo stipendio degli operai e di Tavares"

Un filo rosso che collega il sindacato al mondo della Chiesa. È quello che si sta annodando in questi giorni, in prossimità del Primo Maggio, intorno al mondo della produzione industriale torinese, Stellantis su tutto e con quello che sta accadendo a Mirafiori.

No al profitto fine a se stesso

Parola di Maurizio Landini, segretario generale Cgil, ospite oggi a Torino in occasione dell'incontro "Il G7 ascolti il lavoro e l’ambiente”, organizzato da Cgil e Alleanza clima lavoro in concomitanza (e in alternativa) con la riunione ministeriale del G7 Clima, Energia e Ambiente"Condivido le parole dell'arcivescovo Repole (sulla responsabilità sociale di chi produce e sceglie di delocalizzare, ndr). Al centro dell'attenzione non deve esserci il profitto fine a se stesso, ma ci devono essere le persone, il senso e il valore di quel che producono. Trovo inutili gli incontri elettorali del Governo pre Primo Maggio quando la gente fatica ad arrivare a fine mese, dove c'è precarietà e incertezza. Il mondo del lavoro deve battersi per superare questo momento di difficoltà".

Il futuro di Mirafiori (e lo stipendio di Tavares)

E sul caso-Torino, Landini spiega: "Servono politiche industriali, che indichino cosa si produce non solo a Mirafiori, ma anche in tutto il Paese. La responsabilità non è solo di Tavares, ma di tutto il Governo". E proprio Tavares viene citato per tornare al tema della disuguaglianza. "Per farsi un'idea, basta guardare lo stipendio di Tavares. Se si pensa a quanto prende un lavoratore che si spacca la schiena sulla linea, emerge bene la diseguaglianza tra chi si ammazza di lavoro e chi sfrutta il lavoro altrui".

Università e Medio Oriente

Sempre Torino è stata la cornice di proteste all'università sul tema Palestina. "Siamo sempre stati in piazza per batterci contro le guerre, per il cessate in fuoco. Anche prima dell'Ucraina. Da quel giorno, la guerra non si è fermata, ma si è espansa. Quel che è stato fatto al popolo palestinese,  che non è Hamas, è terribile. Le stragi sono contro i diritti della persona. Con odio e vendetta non si va da nessuna parte. Avere uno Stato vale come diritto per Israele e per la Palestina".

Fonti rinnovabili e modelli di sviluppo 

Sul tema di giornata, infine, "Serve un nuovo modello di sviluppo, basato sulle fonti rinnovabili e che superi le fonti fossili". E aggiunge: "Costruire un'Europa fondata su pace, lavoro e giustizia sociale.  Sono preoccupato dalla guerra, dagli investimenti in armi, mentre chi è precario non è libero. Bisogna ridistribuire la ricchezza, perché ci sono guadagni di pochi, mai visti e salari mai cosi bassi".

L'evento si è tenuto presso il Centro Internazionale di Formazione dell’Organizzazione Internazionale del lavoro. "Sia sul piano Mattei che su altri decreti messi in campo dal governo, abbiamo espresso la nostra contrarietà - dice Landini -, perché non rispondono alle esigenze delle persone. Il nodo politico ed economico è superare le fonti fossili. E dunque bisogna superare un modello dove le scelte, spesso, non sono nemmeno nelle mani degli Stati, ma delle multinazionali". "Cambiare il modello di sviluppo implica investimenti senza precedenti, ma anche la cancellazione di posti di lavoro, a patto però che se ne costruiscono altri. Sennò chi teme di perdere il lavoro finirà per difendere il vecchio modello. E soprattutto, vincerà sempre chi offre un lavoro, anche se in condizioni terribili e sotto sfruttamento".

"Il sindacato oggi deve fino in fondo interpretare un ruolo di alleanza tra le persone che per vivere devono lavorare e che riparta da un modello diverso da quello neoliberista, cambiando anche gli stili di vita delle persone. Un tema che si pone anche in Italia. Ma oggi al Governo non ci sono volontà di modificare questo modello, arrivando anche al negazionismo, mentre l'aumento delle disuguaglianze sta allontanando la gente dalla politica e siamo di fronte a una crisi della democrazia".

Massimiliano Sciullo

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Federica Monello

Giornalista pubblicista, ascoltatrice vorace di musica, amante di tutto ciò che è cultura. Nasco e cresco in Sicilia dove da studentessa di Lettere Moderne muovo i primi passi nel giornalismo, dopo poco unisco la scrittura alla passione per la musica. Giungo ai piedi delle Alpi per diventare dottoressa in Comunicazione e Culture dei media e raccontare di storie di musica, versi, suoni e passioni.

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