Economia e lavoro | 08 maggio 2024, 17:22

Arriva il Salone 2024, tra gli stand il Piemonte sfoggia un patrimonio da 4.000 imprese e oltre 16mila addetti

Il 62% della filiera editoriale si trova a Torino e provincia. Oltre nove imprese su dieci sono con meno di dieci addetti

stand del salone del libro

Con il Salone del Libro il Piemonte mette in vetrina un patrimonio economico tra imprese e posti di lavoro

Un patrimonio da quasi quasi quattromila aziende e oltre sedicimila posti di lavoro. Ecco il mondo della filiera dell'editoria piemontese. Un patrimonio (spesso nascosto) che il nostro territorio mette in vetrina in questi giorni di Salone del Libro. 
Secondo i dati della Camera di Commercio di Torino, in particolare, a fine 2023 questo aggregato contava in Piemonte 3.175 sedi d’impresa, che rappresentano il 6,7% del totale italiano, oltre a 936 unità locali e oltre 16mila posti di lavoro, Di queste, il 62% delle imprese della filiera regionale è insediato nella Città metropolitana di Torino.

Tanti mestieri in uno solo

Si tratta di un comparto molto variegato, al suo interno: si spazia della manifattura (dalla produzione carta e prodotti in carta alla stampa e riproduzione di supporti registrati) all’editoria, fino all’intermediazione e promozione della produzione libraria e del commercio al dettaglio. A questo insieme si aggiungono infine attività che solo in parte vengono svolte in forma imprenditoriale, quali ad esempio la traduzione e le attività di biblioteche e archivi.

Per peso percentuale, le imprese della stampa e della riproduzione di supporti registrati rappresentano il primo settore, con il 38% circa di sedi d’impresa; segue l’editoria con il 22,7% delle sedi d’impresa. La produzione di carta, dopo la stampa, è il secondo settore per forza lavoro impiegata.

Piccole e "anziane"

Ma si tratta di aziende spesso piccole. Oltre 9 imprese su dieci sono micro (con meno di 10 addetti), eccezion fatta - nelle imprese della manifattura – per le imprese della produzione di carta, dove le micro-imprese si fermano al 66,4%. 

E mancano sia i giovani che gli stranieri (quindi si annuncia complicato il passaggio generazionale): queste componenti rappresentano rispettivamente il 4,9% e il 4,4% del totale, rispetto al 9,4% e 14,4% del dato complessivo. Diverso per la componente femminile, che qui ha un peso pari al 23,7% a fronte del 22,2% generale.

I "cugini" dell'editoria

Esistono poi attività che non si possono annoverare in via esclusiva all’interno di questa filiera, ma che possono integrare e ampliare il concetto stesso di editoria, favorendone anche il processo di digitalizzazione. Si tratta ad esempio di imprese che operano nella produzione di software, nella progettazione di portali web, agenzie di stampa e altri servizi di informazione, oltre che di attività di grafica. Questo insieme ibrido e numeroso a fine 2023 conta ulteriori 3.642 imprese, con una crescita nell’ultimo anno del +1,1%.

Un libro italiano su 10 è fatto in Piemonte

Le opere librarie pubblicate in Piemonte nel 2022 (ultimo anno disponibile) sono state 8.778, con una tiratura di 18.942 copie; il totale delle opere librarie pubblicate in Italia è di 86.174, con una tiratura di 198.012 copie. Dal Piemonte proviene pertanto il 10,2% della produzione libraria italiana. In particolare, se si guarda al genere prodotto, il Piemonte rappresenta il 19,2% della produzione di opere scolastiche, il 2,6% di opere per ragazzi, il 10,2% di varia per adulti.

Quanto al numero di editori attivi, il Piemonte rappresenta l’8,5% degli editori italiani (147), ed è la terza regione dopo Lombardia e Lazio.

Biblioteche (e lettori)

Se si considera anche la presenza di biblioteche, in Piemonte si trovano 827 biblioteche, circa il 10% delle biblioteche nazionali (8.131), con un numero medio di utenti pari a 657.


E se in Italia le persone che hanno letto almeno un libro nel 2022 sono 39,3 ogni 100, in Piemonte, che si trova a metà classifica fra le regioni italiane, la percentuale sale a 43,3 lettori ogni 100. Fra i lettori e le lettrici piemontesi, è ancora prevalente l’utilizzo esclusivo dei libri cartacei (il 71,3%), mentre il 10,6% fa uso dei soli e-reader o legge unicamente libri online.

Massimiliano Sciullo

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