Attualità | 11 maggio 2024, 07:32

Salone del Libro “impossibile” per le persone autistiche: lo sfogo della content creator Lunny: “Ko dopo poche ore”

Giulia Gazzo, molto seguita sui social, lamenta l'assenza di informazioni e l'uso improprio della zona di decompressione: “Rumorosa e utilizzata come angolo di caciara”

Salone “impossibile” per le persone autistiche: lo sfogo dell'attivista Lunny: “Ko dopo poche ore”

Salone “impossibile” per le persone autistiche: lo sfogo dell'attivista Lunny: “Ko dopo poche ore”

Il Salone Internazionale del Libro di Torino non è per fatto per persone neurodivergenti: è quanto emerge dallo sfogo via social dell'attivista e content creator autistica Lunny dopo una giornata passata al Lingotto, dove ieri è stata protagonista dell'incontro “Convivenza tra differenze nella metropoli del futuro” allo stand dell'Università di Torino.

Un Salone “impossibile” per le persone autistiche

Lunny, pseudonimo di Giulia Gazzo, è molto seguita sui social (quasi 45mila follower sul profilo Instagram @lunnylunnylunny), dove crea contenuti divulgativi sul tema dell'autismo e delle neurodivergenze. Esprimendosi sull'esperienza al Salone, si è rivelata piuttosto critica nei confronti dello “spazio di quiete” creato appositamente con l'intenzione di offrire un'area di decompressione per chi ne avesse l'esigenza anche a causa di sovraccarico sensoriale, situazione comune nelle persone autistiche: “Dopo poche ore – ha scritto – sono andata ko: la quiet room era così rumorosa che ho dovuto mettere le cuffie. Tutto questo anche per via della maleducazione di persone che usavano una zona di decompressione sensoriale come angolo di caciara nonostante fosse specificato a chiare lettere il suo scopo”.

La situazione è stata confermata anche dalla sociologa della salute ed esperta di disability studies e neurodivergenze Alice Scavarda, protagonista della stessa presentazione e con lei durante il momento più critico: “Al banco informazioni - ha commentato – non hanno saputo dirci nulla, indicando genericamente la mappa. Appena arrivate, oltre ad accoglierci una descrizione a dir poco sconcertante, abbiamo poi scoperto uno spazio che con la quiete non aveva nulla a che fare, con persone che parlavano ad alta voce, un rumore costante di sottofondo e faretti con luci molto fastidiose; tappeti e cuscinoni sono utili, ma gli stimoli sensoriali erano davvero troppi”.

La richiesta

A essere richiesto, per le edizioni future, è il coinvolgimento diretto delle persone neurodivergenti nella progettazione delle aree di decompressione per permettere a tutti e tutte di godere del Salone nelle condizioni migliori.

Marco Berton

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Giorgio Gatti

Giorgio Gatti nasce a Torino nel 1958 e inizia a fotografare giovanissimo. Le sue fotografie, un archivio di oltre 150.000 immagini, sono il frutto di oltre 40 anni di scatti che lo ha portato a lavorare a Milano, Londra, Berlino, New York e Parigi città che lo ha adottato per diversi anni.

Le sue immagini sono all’interno di svariate collezioni private.

Attualmente divide il suo lavoro tra Chieri e Parigi, città che lo ha adottato come curatore e storico della fotografia. Tutto il suo archivio è di proprietà esclusiva della Fine Art Images Gallery - Agenzia esclusiva della sua produzione.

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