Il clima economico non aiuta il settore artigiano. E la crisi dell'edilizia (legata soprattutto alle incertezze del Superbonus) fa da zavorra. Tanto da peggiorare non solo le previsioni occupazionali, ma anche la disponibilità di apprendisti pronti a imparare un mestiere.
Lo dice la nuova indagine trimestrale di Confartigianato Piemonte, che alla vista del giro di boa di metà anno segnala un cammino tutt'altro che semplice. “Le previsioni relative alla frenata occupazionale deve essere letta sia come un atteggiamento di cautela delle imprese artigiane che stanno vivendo una situazione di impasse dovuta alla frenata dell’edilizia che ha coinvolto l’intero sistema casa con lo stop al Superbonus, sia per la difficoltà di reperire personale qualificato per affrontare le sfide del futuro”, sottolinea Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Piemonte.
Numeri in discesa
Scorrendo le cifre, emerge come le previsioni per l’andamento occupazionale vedono un lieve peggioramento nel dato, passando da –1,96% a –2,27%. E anche in merito all’ipotesi di assunzione di apprendisti il saldo peggiora, passando dal –18,34% al –19,05%.
Sofferenze (anche se stabili) emergono anche dai dati per la produzione totale (dal –12,34% al –12,67%), l’acquisizione di nuovi ordini (dal –11,47% al –12,05%) e le previsioni di investimenti, che scendono da 8,99% a 8,14%. Rimane tendenzialmente stabile, ma sempre negativa, la previsione di acquisizione di nuovi ordini per esportazioni, che da –32,63% passa a –32,95%.
Il monito delle case green (dopo il pasticcio Superbonus)
Unica luce nel buio, la previsione di regolarità negli incassi, che varia dal 66,84% al 67,56%; scende invece la stima dei ritardi, passando dal 32,98% al 32,34%. “Non si intravede nessuna previsione di miglioramento nei valori rilevati - prosegue Felici -. Per quanto riguarda le recenti politiche dell’Unione Europea rispetto alle case green, a volerle interpretare non come una minaccia, ma come occasione per cogliere l’obiettivo di “emissioni zero” dei nostri edifici e, contemporaneamente, sostenere la crescita economica e occupazionale, devono essere accompagnate da incentivi, regionali, nazionali e comunitari, mirati a salvaguardare e valorizzare il patrimonio immobiliare, soprattutto quello privato residenziale senza gravare esclusivamente sulle bollette di famiglie e imprese e, men che meno, generare bolle speculative. Basta con gli interventi spot sottoposti a continui ripensamenti, come è successo con la travagliata vicenda del Superbonus”.
Non si trova personale
Resiste poi il problema di reperire personale qualificato. "E' indicato come il problema più grave dal 58,1% delle pmi del nostro Paese, a fronte del 54,1% della media Ue. Per le nostre aziende la difficoltà a trovare lavoratori con adeguate competenze viene indicata come più grave rispetto ai problemi della burocrazia, dell’accesso al credito e della concorrenza sleale. Nessun pericolo di scomparsa per il nostro mondo produttivo, ma dobbiamo impegnarci tutti su alcune direttrici di lavoro: una programmazione di un’offerta formativa sempre aggiornata che si proietti verso figure professionali richieste dal mercato del lavoro da qui ad almeno 5 anni. Va, inoltre, promosso l’insegnamento delle competenze imprenditoriali, al fine di creare un efficace matching scuola-lavoro. In questo ambito, va rilanciata anche l’alternanza scuola lavoro che, insieme all’apprendistato duale, può portare ad un rinnovato rapporto tra scuola e lavoro. La filiera tecnica professionalizzante vede, infine, nella riforma degli Its il completamento del percorso, a patto però che si riesca a valorizzare importanti elementi come l’attenzione alle PMI, l’innovazione e la valorizzazione del made in Italy”.