Piccoli accenni di caldo, ma gli ultimi giorni ci riportano a temperature che guardano più all’autunno che alla primavera. Il calore non è esploso e in questo ambiente le infestazioni di zanzare sono (fortunatamente) sotto controllo.
Ma, visto il periodo, i gradi sul termometro potrebbero variare repentinamente con un innalzamento che rappresenterebbe un terreno fertile per la diffusione di insetti che sono, in primis, un problema sanitario.
La lotta del Piemonte
Il Piemonte è una delle regioni all’avanguardia per la lotta al parassita, di fatto l’unica ad avere una direttiva in questo senso. Interventi erano iniziati già negli anni ’90 sulle risaie del vercellese. Oggi riguardano circa 230 comuni piemontesi pianeggianti e collinari che lottano con la zanzara tigre, ma non solo.
La Regione interviene con un cofinanziamento rispetto a quanto decidono di stanziare gli enti comunali nei propri bilanci. Negli ultimi anni i fondi sono stati circa 2 milioni e mezzo (1 milione e mezzo della Regione e poco meno di un milione dai comuni). Ad occuparsi del contrasto alle zanzare c’è l’IPLA, l’Istituto per le Piante da Legno e Ambiente, società per azioni pubblica di emanazione regionale, fondata negli anni ’70.
A Torino 80 mila euro contro la zanzara
A Torino, per esempio, sono stanziati 80 mila euro (metà arrivano dal bilancio della Città) che servono a coprire i costi del lavoro di quattro tecnici che Ipla ogni anno incarica, ma anche della ditta che, tramite bando, si occupa delle disinfestazioni.
Ma i fondi servono anche per l'acquisto dei materiali per i monitoraggi, per le trappole delle larve e, infine, per diffondere materiale informativo con campagne di comunicazione ad “hoc” nei periodi di picco. Un lavoro preparatorio che solitamente parte all’inizio dell’anno, con i vari progetti che solitamente vengono già assegnati a metà aprile.
Il ritardo amministrativo
Ma quest’anno si parte con un ritardo. Il motivo? L’affidamento sul triennio a Ipla è scaduto il 31 dicembre 2024. Per il 2025-2027 ad oggi c’è la delibera, ma manca la determina. La causa è di carattere amministrativo ed è legato al processo della piattaforma telematica Sintel che farà partire le varie azioni territoriali in maniera differita rispetto al passato e con l’estate ormai alle porte.
A confermare questo disallineamento temporale il responsabile dell’area tecnica Igor Boni durante una commissione con i consiglieri del comune di Torino e l’assessore all’Ambiente Francesco Tresso.
Le malattie da combattere
Le malattie più temute dovute alla diffusione da zanzara sono la west Nile, la febbre del Nilo, ormai diventata endemica, portata dalla zanzara notturna (culex). Nelle annate di picco i casi registrati in Piemonte sono un centinaio ma l’anno scorso sono stati in calo. Il 2024 ha però registrato il primo decesso di una persona infetta a Novara.
Sotto la lente dei tecnici c’è sempre la zanzara tigre che rappresenta la principale causa tra le persone della diffusione di chikungunya, ma anche di dengue (la cosiddetta febbre spaccaossa), e lo zica virus. Tutte malattie che possono causare complicanze e morte in persone con un quadro clinico compromesso. Oltre alla diurna “tigre” e alla notturna “culex”, all’attenzione dei tecnici c’è la zanzara di risaia, capace, tramite il vento, di volare per decine di km dalle risaie di San Raffaele Cimena, ma anche di Vercelli, e arrivare alla porte del capoluogo nell’area nord. E c’è poi l’anofele, portatrice di malaria, oggi pochissimo presente in Piemonte.
Tombini, cimiteri e non solo
Il 2024 si è chiuso con pochi problemi, ma ogni anno fa storia a sé. Il caldo e l’umidità sono i principali vettori per il propagarsi delle larve degli insetti. È in particolare l’azione di Ipla si concentra sui tombini che rappresentano il principale luogo di diffusione dei focolai, così come anche i cimiteri, i copertoni abbandonati e i bidoni che raccolgono pioggia. Si agisce su una parte, perché il 70% dei focolai avviene in luoghi privati, specie nei perimetri di giardini e orti.
L’azione di Ipla
Sulle larve si agisce con ovitrappole - vasi neri con acqua e una stecca di masonite - fondamentali per la raccolta di dati che restituiscono se si è in presenza di picchi e quando è il momento di agire con disinfestazioni. Sugli adulti la “lotta” è più complessa. Si utilizzano trappole di CO2 congelata che attraggono gli insetti tramite una ventola. A Torino ne sono collocate cinque in tutta la città.
Quello che è certo, come ribadito dal dottor Boni, è che non si può eliminare il rischio al 100%, ma negli anni dell’azione di Ipla la presenza di zanzare si è ridotta di un quinto.
Milano si affida al Piemonte
Nonostante il “ritardo” amministrativo, l’opera dell’Inpli viene apprezzata anche fuori regione. Nell’ultimo anno il comune di Milano ha richiesto il suo intervento stanziando 130 mila euro per interventi rivolti a contrastare la presenza di zanzare portatrici di malattie.