“Quando siamo partiti nel 2019 eravamo l’unico istituto superiore in Italia ad ospitare un punto Penny Wirton tra le mura di una scuola. È stata una scommessa” racconta Elisa Sartori, responsabile del progetto, che spiega come l’insegnamento della lingua possa fare da tramite per l’incontro, l’accoglienza e la solidarietà.
Il progetto ha visto una crescita esponenziale negli anni, le scuole Penny Wirton sul territorio italiano sono passate da circa quindici a sessantasei e al Liceo Porporato, dalle 20 iscrizioni iniziali, si è arrivati a 105 iscritti, con più di quaranta studenti volontari.
Inoltre, recentemente è stato aperto anche un nuovo punto Penny Wirton alla Stazione di Posta di Pinerolo, un centro diurno e notturno gestito dalla Caritas.
Le persone che frequentano la Penny Wirton hanno provenienza geografica varia, dalla Costa D’Avorio al Bangladesh, dall’Afghanistan all’Ucraina, dall’Egitto al Perù; chi sceglie di frequentare le lezioni ne è spesso venuto a conoscenza grazie al passaparola, o è seguito da realtà come la Caritas, la Diaconia Valdese e il Ciss.
Il progetto offre un’opportunità di inserimento sociale per chi fatica a integrarsi in contesti più strutturati, fornendo non solo l’apprendimento della lingua ma anche un supporto nell’orientarsi nella attività di ogni giorno in Italia.
“Le età variano dai quindici agli oltre sessant’anni, anche i livelli di scolarità sono eterogenei: ci sono persone con alta formazione o casi di analfabetismo di origine. Mentre in passato la prevalenza di studenti era perlopiù maschile, negli ultimi anni abbiamo assistito anche alla partecipazione di molte donne e ragazze” riassume Sartori.
Alla Penny Wirton non ci sono test, voti o certificazioni finali. L’ambiente informale e non giudicante, è un elemento chiave che attira e fidelizza gli utenti, specialmente quelli più vulnerabili o con esperienze negative con sistemi educativi formali.
Ognuno può partecipare senza vincoli rigidi, adattando la frequenza alle proprie esigenze.
“Tra le complicazioni principali nella gestione del progetto senza dubbio c’è l’adattamento alle nuove iscrizioni improvvise, la gestione delle aspettative degli studenti e l’amministrazione dei volontari, a volte in minoranza rispetto agli allievi – indica la professoressa –. Ci sono però anche tante gratificazioni, per me la Penny Wirton è più di una semplice scuola di lingua: in un’epoca così complessa, offre una forma di resistenza, promuovendo la cittadinanza attiva tra i giovanissimi”.
Le lezioni riprenderanno ad ottobre, per prendere parte al progetto è possibile contattare la referente Sartori a questa e-mail, mentre per ulteriori informazioni consultare il sito Penny Wirton.