Cronaca | 04 giugno 2025, 14:58

Metropolitana di Torino rifugio in caso di guerra? "Non sicura in caso di conflitti"

A sollevare il tema il capogruppo dei Moderati Fissolo: "Torinesi non protetti in caso di eventi bellici"

Metropolitana di Torino - foto di archivio

Metropolitana di Torino - foto di archivio

Se scoppiasse una guerra, la metropolitana di Torino non è adatta ad ospitare le persone in cerca di un rifugio. Se l'idea può apparire lontana, basta richiamare alla mente le immagini del conflitto in Ucraina, dove gli abitanti di Kiev si sono messi al riparo nella metropolitana mentre venivano lanciati missili sulla città.

Rifugi antiaerei insicuri

A sollevare il tema della sicurezza in caso di conflitto il capogruppo dei Moderati Simone Fissolo, che già in passato aveva interpellato la Città per conoscere la situazione dei rifugi antiaerei esistenti. "Strutture - ha chiarito il consigliere di maggioranza - non sicure per ospitare persone, a causa del deterioramento dei materiali, vista l’età degli stessi”

"Stazioni vulnerabili ai bombardamenti"

Purtroppo neanche la linea 1 non è adatta. "Le stazioni, - ha spiegato oggi il presidente di InfraTo Bernardino Chiaia -  che strutturalmente sono molto vicine al piano campagna e quindi sono vulnerabili ai bombardamenti, possono essere usate solo come vie di accesso o transito"

Le gallerie naturali, poste più in profondità, sono inospitali perché contengono gli impianti. I sistemi di "illuminazione, ventilazione ed antincendio non garantiscono la necessaria autonomia in caso di potenziali conflitti bellici". Anche la metro 2 non è stata progettata per accogliere persone in caso di guerra.

"Fissolo: torinesi non protetti in caso di guerra"

"La politica deve occuparsi in prima battuta della sicurezza dei suoi cittadini e come posso constatare oggi non siamo protetti in caso di eventi catastrofi o bellici" ha replicato Fissolo.

Cinzia Gatti

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Federica Monello

Giornalista pubblicista, ascoltatrice vorace di musica, amante di tutto ciò che è cultura. Nasco e cresco in Sicilia dove da studentessa di Lettere Moderne muovo i primi passi nel giornalismo, dopo poco unisco la scrittura alla passione per la musica. Giungo ai piedi delle Alpi per diventare dottoressa in Comunicazione e Culture dei media e raccontare di storie di musica, versi, suoni e passioni.

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