Attualità | 04 giugno 2025, 07:30

Smog del Piemonte a statuto speciale: da Bruxelles la possibile deroga sulle soglie di inquinanti [VIDEO]

Polveri sottili più presenti (colpa anche della barriera alpina), ma che farebbero meno male alla salute. Per questo l’Europa potrebbe rivedere i nuovi parametri fissati al 2030 per le aree padane, tra le zone più inquinate

Foto di Arno Senoner - tramite Unsplash

Foto di Arno Senoner - tramite Unsplash

Una possibile deroga sulle nuove soglie in vigore a partire del 2030 e che determinano il buono stato della qualità dell’aria nei singoli territori dell’Unione Europea. In particolare potrebbero essere rivisti i parametri che, per esempio, sulle polveri sottili come i Pm10, passeranno, tra cinque anni, dagli attuali 40 microgrammi ai 20 e con i giorni di possibile sforamento che da 35 diventeranno 18. 

La possibile deroga dell'Europa

Un'eccezione che potrebbe riguardare il Piemonte, il cul de sac della Pianura Padana, uno dei territori più inquinati d’Europa e che paga la sua collocazione all’interno dell’arco alpino. Nei fatti una barriera per il ricircolo delle correnti. 

E per uscire dal cul de sac serve, come è noto, un sac de… clemenza da parte dell’Europa. Che potrebbe arrivare valutando le condizioni orografiche dei singoli territori. Questo perché, nonostante gli sforzi, c’è chi potrebbe non arrivare a quelli obiettivi che Bruxelles richiede, per ragioni, diciamo, naturali, indipendenti dalle politiche portate avanti. 

Stando agli ultimi dati presentati nella “Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Piemonte” le concentrazioni di inquinanti nello scorso anno si riducono ancora e i primi cinque mesi del 2025, al momento, presentano quelli migliori degli ultimi anni.

Marnati: "Situazione in miglioramento"

I miglioramenti sono dettati prettamente dalla circolazione di auto meno inquinanti, di controlli sugli impianti di riscaldamento delle case e su quelli industriali. 

Numeri che rincuorano l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati: “I dati dimostrano come negli ultimi 20 anni tutto sia migliorato, dalla qualità dell’aria, all’acqua e rifiuti. Il Piemonte punta alla bioeconomia, all’economia circolare, utilizzando le innovazioni e le tecnologie che abbiamo a disposizione”.

Questo dimostra che l’efficacia delle misure di risanamento ha un buon effetto - è il commento di Secondo Barbero, direttore generale di Arpa Piemonte - ma non basta, perché i limiti in vigore verranno pressoché dimezzati nel 2030”. 

Ma c’è la possibilità di deroga: “La normativa europea prevede la possibilità di derogare a un periodo successivo in condizioni particolari - sostiene Barbero - La pianura padana potrebbe essere un’area nella quale la difficoltà di raggiungere gli obiettivi in tempi rapidi possa determinare uno spostamento delle applicazioni. Questo però non esclude la necessità di partire fin da subito ad adottare misure che vadano in quella direzione. Tant'è che il piano regionale approvato lo scorso anno prevede proprio uno step al 2030 nel quale ci si sta cercando di avvicinare a questi obiettivi”. 

Il tema della “qualità” degli inquinanti

Come abbiamo provato a sottolineare anche a livello nazionale e internazionale - conclude Barbero - esiste un tema legato alla pericolosità della composizione del particolato. Alcuni composti sono più pericolosi di altri. Da un confronto di letterature, fatto rispetto ad altri contesti europei, vediamo che il particolato della Pianura padana ha delle composizioni meno dannose”.

Un elemento che secondo il direttore di Arpa Piemonte dovrà essere tenuto in conto nell'individuazione del raggiungimento dei prossimi obiettivi europei.

Daniele Caponnetto

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