Il Comune guarda agli alloggi privati sfitti per cercare di tirare un po’ il fiato e contrastare l’emergenza abitativa che sta di nuovo crescendo in città. Ieri, mercoledì 5, l’assessora alle Politiche Sociali Lara Pezzano ha proposto una Terza Commissione per ragionare su “strategie alternative” per placare la fame di case da parte di nuclei famigliari che vengono sfrattati o non riescono comunque a pagare un affitto regolarmente.
Gli alloggi popolati Atc e comunali, oltre alle strutture con più alloggi disseminate in città e nel Pinerolese (da Luserna San Giovanni a Cantalupa) non riescono a reggere l’ondata. Attualmente ci sono in corso una decina di sfratti, tra quelli già esecutivi e quelli per cui la convalida sembra certa.
La strada tracciata da Pezzano è di guardare al mercato degli alloggi sfitti: “Ce ne sono circa 3.000 in città”. Anche se in Commissione è emersa la preoccupazione che diversi siano liberi solo sulla carta, mentre sarebbero affittati in nero.
Pezzano calcola che al Comune ne basterebbero una decina di dimensioni medio-grandi per poter far convivere anche più di un nucleo famigliare, a seconda delle necessità del momento: “Molto dipende non solo da convincere i proprietari, anche se sarebbero garantiti dal Comune, ma pure dalle risorse comunali per pagare gli affitti. Le politiche per la casa sono arrivate a costarci quasi 500.000 euro”.
E l’emergenza abitativa non sembra rientrare, come ha sottolineato anche il capogruppo Pd Luca Barbero, che ha espresso l’appoggio del suo partito a percorrere la strada impostata da Pezzano. Mentre la destra (Lega e Fdi) non si è espressa apertamente in sostegno della maggioranza, ma non ha sollevato polemiche o obiezioni determinanti su questa ipotesi.
La formula di questo ricorso al mercato degli affitti è ancora da definire, ma l’idea del Comune è di affittare direttamente dai privati e garantire quindi l’affitto, poi destinare questi alloggi ai nuclei che ne hanno bisogno per qualche mese o un anno: “Dobbiamo valutare la formula, ma non sarà sicuramente il subaffitto ai nostri inquilini, perché rischiamo di avere bloccato per troppi anni un alloggio, con famiglie che non pagano nemmeno quanto pattuito con noi”.
Sulla base dell’Isee, infatti, dal Comune chiederanno un contributo mensile per responsabilizzare gli inquilini e abituarli a reinserirsi nel contesto sociale.