Economia e lavoro | 17 giugno 2025, 07:58

Digital News Report Italia 2025, i dati della ricerca: i quotidiani locali riconquistano i lettori

A Torino la presentazione della ricerca coordinata dal Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” dell’Università di Torino che approfondisce ed elabora i dati italiani del Reuters Institute Digital News Report 2025

Digital News Report Italia 2025, i dati della ricerca: i quotidiani locali riconquistano i lettori

Un quadro complesso e sfidante quello che emerge dal Digital News Report Italia 2025, l’indagine sull’informazione nel nostro Paese, che viene presentata oggi a Torino alle 10. E fotografa un “paradosso italiano”: nonostante l’interesse per le notizie sia diminuito drasticamente negli ultimi anni, sceso da oltre il 70% a meno del 40% in un decennio, gli italiani continuano a consultare le news con frequenza elevata, spesso in modo frammentario e mediato dagli algoritmi. In questo scenario, la televisione mantiene una solida leadership, mentre l’online fa fatica a trovare slancio, con eccezioni virtuose grazie a formati agili, community profilate e strategie mirate. Le testate locali registrano un grande successo, ricucendo la fiducia con i lettori che invece dubitano sempre di più dell’attendibilità di influencer e figure politiche.

Così, la ricerca offre un’analisi approfondita del consumo di notizie in Italia, rivelando le tendenze emergenti e le sfide affrontate dai media. Lo studio rende disponibile, elabora e analizza i dati sul nostro Paese raccolti ogni anno nell’ambito del principale studio globale sull’informazione, il Digital News Report 2025 del Reuters Institute for the Study of Journalism dell’Università di Oxford.

L’analisi è il risultato di un lavoro congiunto tra il prof. Alessio Cornia (Dublin City University), autore per l’Italia del Reuters Institute Digital News Report, e il Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” dell’Università degli Studi di Torino, che ha promosso e pubblicato lo studio. Al fianco di Cornia hanno collaborato tre autori del Master - Marco Ferrando, Paolo Piacenza e Celeste Satta.

Alessio Cornia, autore per l’Italia del Reuters Institute Digital News Report ha dichiarato: “Il caso italiano continua a rappresentare un osservatorio privilegiato per analizzare le dinamiche dell’ecosistema informativo: a una progressiva erosione dell’interesse dichiarato si affianca una fruizione delle notizie ancora intensa. La fiducia nell’informazione risale lievemente, premiando soprattutto le testate percepite come meno schierate, mentre cresce l’allarme verso influencer e figure politiche come vettori di disinformazione. Con dati che rivelano una bassa partecipazione alle iniziative di news literacy, risulta urgente un piano integrato di alfabetizzazione e moderazione dei contenuti, basato su trasparenza delle fonti e fact-checking. Il Digital News Report Italia, giunto alla sua seconda edizione, si conferma strumento essenziale per comprendere questi paradossi e alimentare una riflessione sul futuro dell’informazione nel nostro Paese.”

Questa ricerca rappresenta per noi un’occasione preziosa per contribuire in modo attivo al dibattito pubblico e offrire spunti concreti anche ai futuri giornalisti che formiamo ogni giorno. Il dato che più colpisce è la distanza crescente tra il bisogno di comprendere il mondo e le modalità con cui oggi si consuma informazione. I media locali dimostrano che si può ricostruire un rapporto di fiducia con il pubblico: un’indicazione importante per tutto il sistema dei media, chiamato a tornare rilevante partendo dalla qualità e dalla prossimità”, hanno aggiunto Laura Scomparin, direttrice scientifica del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” dell’Università di Torino e Marco Ferrando, direttore delle testate del Master e vicedirettore di Avvenire.

I risultati della seconda edizione del Digital News Report Italia saranno illustrati e discussi questa mattina alle 10 presso la sede del Master, in via Verdi 25. Previsti interventi e contributi di Laura Scomparin, direttrice scientifica del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” dell’Università di Torino; Riccardo Terzi, Head of News & Publishers Partnerships Italy & CEE per Google; Alessio Cornia, professore associato alla School of Communications della Dublin City University; Chiara Albanese, Italy Bureau Chief di Bloomberg News; Giuseppe Bottero, vicedirettore de La Stampa; Mario Calabresi, direttore di Chora Media; Paola Molino, direttrice de L’Eco del Chisone e Agnese Pini, direttrice di Quotidiano Nazionale. Il dibattito sarà moderato da Marco Ferrando, direttore delle testate del Master e vicedirettore di Avvenire e Marco Rubino, Managing Partner di Community (qui il link al video dell’evento https://youtube.com/live/AzOMriGIhfI).

Il Digital News Report Italia è stato realizzato con il contributo di Fondazione Compagnia di San Paolo e Google, vede coinvolti come partner Community, Associazione Nazionale della Stampa Online (Anso), Festival Glocal, e ha il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti, dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte e dell’Università degli Studi di Torino.

Al link https://mastergiornalismotorino.it/progetti/digital-news-report-italia/ può essere scaricato il report integrale.

La ricerca, in pillole:

Fonti di informazione

La televisione si conferma la fonte primaria di informazione per oltre la metà degli italiani (51%), mantenendo una leadership stabile nonostante un lento declino, mentre i media online, pur diffusi, registrano un utilizzo complessivamente inferiore rispetto ad altri Paesi europei. I quotidiani registrano una contrazione ancora più significativa, con un reach che si è sostanzialmente dimezzato nel periodo considerato.

Performance delle testate

Nel contesto digitale, il ranking delle testate cambia rispetto all’offline: non sono più dominate solo dalle emittenti televisive, ma emergono anche testate native digitali, siti di agenzie di stampa e quotidiani tradizionali. Tra le più consultate dal pubblico online si distinguono Fanpage, Tgcom24 e Ansa. Politicamente, Ansa e Corriere della Sera risultano trasversali. La sinistra predilige la Repubblica, il Fatto Quotidiano, Fanpage e il Post, mentre la destra punta su Libero, il Giornale e Tgcom24.

Fiducia e disinformazione

La fiducia nelle notizie resta bassa, attestandosi al 36%, con un lieve aumento rispetto allo scorso anno, ma si riscontra una crescente preoccupazione verso la disinformazione, percepita soprattutto nei canali social e tra influencer e figure politiche. Le donne si dimostrano più fiduciose degli uomini. A generare più fiducia sono ancora la televisione (43%) e i siti di testate radiotelevisive (40%), mentre social media e fonti non tradizionali raccolgono valori più bassi. Le testate meno schierate godono di maggiore credibilità, così come l’informazione locale e regionale, che continua a distinguersi positivamente nel panorama dell’informazione italiana.

Testate locali

Particolarmente significativo l’interesse per l’informazione di prossimità che coinvolge l’81% degli italiani, con la cronaca nera al centro delle attenzioni. Le testate locali emergono quindi come leva strategica per riconquistare la fiducia del pubblico attraverso un rapporto diretto e partecipativo con le comunità. Le testate giornalistiche (giornale, TV o radio, offline o online) sono percepite come fonte migliore per cronaca locale (51%), politica (54%) e sport (45%); le piattaforme digitali prevalgono invece per attività culturali e cose da fare (37%), informazioni di servizio (31%), annunci locali (38%) e compravendite (41%)

Social Media

Facebook resta la piattaforma più usata per le notizie, ma il suo ruolo è in forte calo, soprattutto tra gli under 35. Crescono invece le piattaforme visive: Instagram e YouTube restano le più usate, mentre TikTok cresce rapidamente, spinto dai giovani. X (ex Twitter) ha perso rilevanza e le app di messaggistica, pur molto diffuse, sono sempre meno usate per informarsi. Sui social, oltre la metà degli utenti segue fonti professionali, ma cresce il peso di creator e persone comuni, soprattutto su Instagram e TikTok.

News avoidance

La tendenza a evitare deliberatamente le notizie cala leggermente in Italia, attestandosi al 33% (-3 punti rispetto al 2024) e restando al di sotto della media globale (40%). A scegliere di “disconnettersi” sono soprattutto le persone con reddito e istruzione più bassi, mentre i giovani appaiono meno inclini a evitare le news. Tra le motivazioni principali: la sovraesposizione a guerre e conflitti (34%), l’impatto negativo sull’umore, l’eccesso di politica (31%) e il senso di esaurimento informativo (29%). L’avoidance, più che disinteresse, si configura come una strategia consapevole per ridurre stress e sovraccarico cognitivo.

Intelligenza artificiale e personalizzazione

L’indagine segnala inoltre un’attenzione crescente verso l’intelligenza artificiale: seppure con scetticismo verso i contenuti generati autonomamente, gli italiani apprezzano l’uso dell’IA come supporto ai giornalisti per rendere le notizie più rapide e accessibili, con preferenze per funzioni di traduzione automatica e riepiloghi personalizzati.

comunicato stampa

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