Economia e lavoro | 19 giugno 2025, 07:00

Familiari non autosufficienti: quando valutare l’opzione RSA

Familiari non autosufficienti: quando valutare l’opzione RSA

Prendersi cura di un familiare anziano non autosufficiente rappresenta un gesto di profondo affetto e un vero e proprio atto d’amore, ma anche una scelta che comporta grande impegno, costanza e rinunce.

Si tratta di una decisione che modifica radicalmente la quotidianità, richiedendo una presenza costante e una disponibilità h24. Anche chi affronta questo percorso con convinzione e dedizione, però, può arrivare a domandarsi se l’assistenza domiciliare sia ancora adeguata o se non sia il momento di valutare soluzioni più adatte alle esigenze dell’assistito. Una di queste può essere l’ingresso in una Residenza Sanitaria Assistenziale vicino alla propria residenza, come ad esempio le RSA Anni Azzurri Torino e provincia.

Di seguito, vediamo quali segnali possono indicare la necessità di questo cambiamento e come capire quando è giunto il momento di fare questa scelta.

Ingresso in una RSA: segnali da non ignorare

Per prendere in considerazione l'opzione RSA per un familiare anziano non autosufficiente è importante non attendere una situazione di emergenza, per evitare che il passaggio sia più drastico e stressante del necessario.

Esistono tutta una serie di segnali che possono indicare che l'assistenza domiciliare non è più adeguata e che serve un supporto maggiore e più professionale.

Ad esempio, se l’anziano subisce un declino delle capacità motorie e cognitive o avvengono episodi di confusione e disorientamento, può subentrare un’estrema difficoltà nel gestire autonomamente le attività quotidiane (igiene personale, preparazione dei pasti, assunzione corretta delle terapie, ecc.).

Una RSA può in questi casi essere un’ottima soluzione, in quanto offre monitoraggio continuo e terapie riabilitative specifiche per rallentare il declino e offrire sicurezza e assistenza da parte di personale esperto.

Un altro segnale che può rendere necessaria questa scelta è l’isolamento sociale dell’anziano, che rischia di innescare depressione, apatia e peggioramento cognitivo.

Una RSA, offrendo attività ricreative, socializzazione con altri ospiti e occasioni di svago, aiuta a mantenere attive mente e relazioni.

Può accadere, infine, che il familiare che si prende cura dell’anziano inizi a mostrare segni di esaurimento fisico ed emotivo a causa del carico insostenibile, rischiando di compromettere non solo la salute dell’anziano a cui si bada, ma anche la qualità dell’assistenza offerta.

In questi casi, una RSA può rappresentare un supporto concreto, sollevando la famiglia dal peso quotidiano e garantendo all’anziano cure professionali e continuative.

Ingresso in una RSA: step da rispettare

Nel momento in cui si arriva a capire che l’assistenza domiciliare al proprio familiare anziano non è più gestibile in autonomia e che è necessario procedere con l’ingresso in una RSA, è importante seguire una serie di step fondamentali.

Prima di tutto, è importante muoversi in tempo: agire preventivamente consente di effettuare una scelta ponderata, pianificando un inserimento graduale ed esplorando con calma le diverse soluzioni.

Questo permette infatti di visitare le RSA di persona, valutare gli ambienti, la disponibilità del personale, l'offerta di servizi sanitari e assistenziali e la possibilità di mantenere i legami affettivi attraverso visite regolari e attività condivise.

Fondamentale anche affrontare con delicatezza e sensibilità le resistenze emotive che subentrano, sia da parte del caregiver (che può provare un senso di colpa), sia da parte dell’anziano (che può temere la perdita della propria autonomia e delle proprie abitudini).








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