Sono oltre venti le osterie cooperative di Torino e dell’area metropolitana, con qualche incursione nelle altre province piemontesi ad essere protagoniste della nuova guida presentata l’8 luglio da Confcooperative Piemonte Nord, in collaborazione con la Camera di Commercio di Torino.
Presenti all’evento: Irene Bongiovanni, presidente di Confcooperative Piemonte Nord; Massimiliano Cipolletta e Michela Garis, rispettivamente presidente e responsabile della Valorizzazione Filiere della Camera di Commercio di Torino; Mariangela Chiapperini di Turismo Torino e Jacopo Suppo, Vicepresidente della Città Metropolitana di Torino. L’iniziativa rintendeva costituirsi come l’anteprima della Guida dei Ristoranti Cooperativi Italiani, in uscita nazionale a ottobre, e mette in luce il ruolo tutto particolare giocato da Torino e dal Piemonte in questa partita.
Al centro la qualità delle materie
I ristoranti cooperativi puntano su prodotti freschi, spesso a chilometro zero, provenienti da cooperative agricole e filiere sostenibili. Piatti della tradizione piemontese vengono ripensati con attenzione all’ambiente e alla stagionalità, offrendo un’esperienza gastronomica autentica e responsabile.
“Dopo la recente vetrina internazionale che ha visto protagonisti gli chef stellati da tutto il mondo – ha sottolineato Irene Bongiovanni – questa guida celebra invece chi, ogni giorno, con passione e competenza, porta in tavola molto più di un buon menù, legando il cibo al territorio in chiave sociale”. Tutti i locali citati sono consultabili nella guida, che rappresenta uno strumento utile anche per un turismo consapevole
Cibo buono, ma non solo…
Da Torino alle valli, le osterie e i ristoranti selezionati propongono un’offerta che unisce buona cucina e attenzione alle persone. Non si tratta dunque di semplici osterie: ciascuna di esse, infatti, custodisce una storia unica, fatta di rigenerazione urbana, inclusione lavorativa, reinserimento sociale e cooperazione. I locali presentati nella guida sono spazi in cui la tavola diventa un punto di incontro tra chi cucina e chi trova, nel lavoro, una nuova opportunità di vita.
È questo “qualcosa in più” che li distingue: dietro ogni piatto servito si cela un progetto più ampio, in cui la dimensione imprenditoriale si intreccia con quella comunitaria. Ecco perché Confcooperative ha voluto raccontare queste esperienze, spesso poco conosciute, ma fondamentali per comprendere il ruolo delle cooperative nella costruzione di un’economia più inclusiva.
Economia sociale in tavola: il gusto che include
Dietro ogni piatto, infatti, c’è un progetto di valore umano. L’economia sociale è il vero orizzonte di queste imprese: dare dignità attraverso il lavoro, costruire reti solidali, rigenerare territori marginali. “Queste osterie – ha continuato Irene Bongiovanni - mostrano anche come il cibo possa trasformarsi in uno strumento di emancipazione personale e collettiva”.
Molti ristoranti aderiscono al progetto Mangebin di Turismo Torino, confermando l’importanza del fare rete. Con la campagna Il Gusto della Cooperazione, lanciata in questi giorni, si vuole dare risalto a una ristorazione che mette al centro la persona e racconta, attraverso ogni portata, una storia di speranza e partecipazione.