Cultura e spettacoli | 16 luglio 2025, 17:48

Nuove acquisizioni al Museo Accorsi Ometto: l’erotismo nelle maioliche del ‘500 e nelle opere in mostra di Carol Rama

Una rara coppa del XVI secolo e quattro lavori della pittrice torinese si aggiungono al percorso di visita

Nuove acquisizioni al Museo Accorsi Ometto: l’erotismo nelle maioliche del ‘500 e nelle opere in mostra di Carol Rama

L’erotismo è il fil rouge che collega le opere di Carol Rama alle maioliche del Cinquecento. 

Al Museo Accorsi Ometto è stata aggiunta in collezione una rara coppa in maiolica a soggetto erotico, precoce esempio di istoriato faentino del terzo decennio del XVI secolo.

Al centro della coppa del Museo Accorsi-Ometto è raffigurata una giovane donna seduta, intenta a maneggiare dei falli. In prossimità del volto e della nuca della donna, ne appaiono altri due, sotto forma di elementi onirici. Anche sulla tesa sono dipinte quattro coppie di falli inseriti “araldicamente” in una elegante decorazione floreale.

La coppa non evoca fonti letterarie o iconografiche precise, anche se si rifà a una tradizione tardo medievale che si protrae sino al pieno rinascimento. Rappresenta quindi un unicum nel suo genere.

Nelle sale espositive della mostra dedicata a Carol Rama invece sono arrivate altre quattro opere della pittrice torinese provenienti da una collezione parigina.

Si tratta di due acquerelli, Teatrino n. 2 del 1937 e Proibito del 1944, di un olio su tela, Prostituta n. 6 (1947) e di un bricolage, Senza titolo (1968), con i famosi occhi di bambola applicati su cartoncino nero.

Nel 1983 Carol Rama, in un’intervista televisiva, dichiara: “Quando lavoro mi faccio guidare dai ricordi e dal desiderio”: un’affermazione che vale per tutta la sua opera.

Chiara Gallo

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Federica Monello

Giornalista pubblicista, ascoltatrice vorace di musica, amante di tutto ciò che è cultura. Nasco e cresco in Sicilia dove da studentessa di Lettere Moderne muovo i primi passi nel giornalismo, dopo poco unisco la scrittura alla passione per la musica. Giungo ai piedi delle Alpi per diventare dottoressa in Comunicazione e Culture dei media e raccontare di storie di musica, versi, suoni e passioni.

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