Cronaca | 01 agosto 2025, 07:31

Minaccia disabili con una pistola: “Non è devianza, ma fragilità culturale”

Il Cnddu condanna l’episodio come sintomo di una crisi civile ed educativa profonda

Romano Pesavento, presidente del Cnddu

Romano Pesavento, presidente del Cnddu

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, alla luce dell’episodio avvenuto a Cuorgnè, dove un uomo armato ha minacciato alcuni giovani con disabilità affacciandosi dal proprio balcone con una pistola (poi risultata caricata a salve), esprime sconcerto e ferma condanna per un gesto che non può essere ridotto a una devianza individuale, ma va letto come segnale di una crescente fragilità culturale e civile.

"In una società in cui la presenza della disabilità dovrebbe richiamare inclusione, tutela, empatia, ci troviamo invece a dover denunciare l’uso dell’intimidazione armata come strumento di relazione, per di più verso chi rappresenta una delle categorie più vulnerabili della nostra comunità - spiega il professor Romano Pesavento, presidente del Cnddu -. L’atto non è solo penalmente rilevante, ed è giusto che la giustizia faccia il suo corso, ma è simbolicamente devastante: ci interroga su quanto ancora debba essere fatto per costruire un tessuto sociale capace di riconoscere nell’alterità non un bersaglio, ma una ricchezza. Se la diversità suscita fastidio, e non rispetto; se la fragilità viene vissuta come disturbo, e non come responsabilità condivisa, allora è l’intera architettura educativa e valoriale del nostro Paese ad essere chiamata in causa".

Come Cnddu , ribadiamo con forza "che la tutela della dignità umana, l’educazione alla non violenza, al rispetto e alla cittadinanza attiva non possono restare principi astratti o confinati nei documenti normativi. Devono tradursi in prassi quotidiane, in percorsi scolastici strutturati, in politiche pubbliche coerenti, in un’azione educativa diffusa. Esprimiamo piena solidarietà ai giovani coinvolti e alle loro famiglie, e invitiamo il mondo scolastico, le istituzioni locali e la società civile ad aprire una riflessione non episodica su quanto accaduto. Il disprezzo che si arma contro la disabilità è l’ultimo stadio di un processo che nasce dal linguaggio ostile, dall’indifferenza e dalla solitudine culturale. Combatterlo è oggi una priorità democratica".

Comunicato stampa

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