Politica | 06 agosto 2025, 18:00

Carcere, i Radicali propongono il numero chiuso e protestano contro la nomina della nuova Garante Regionale

L'ex Bruno Mellano proposto come nuovo Garante di Torino, insieme all'ex direttore Pietro Buffa: "Importante aprire un dibattito"

I Radicali propongono il numero chiuso in carcere

I Radicali propongono il numero chiuso in carcere

I Radicali propongono il numero chiuso in carcere e criticano la scelta della nuova Garante per i detenuti nominata dalla Regione ( https://www.torinoggi.it/2025/07/31/leggi-notizia/argomenti/politica-11/articolo/scontro-politico-in-regione-sul-garante-dei-detenuti-fratelli-ditalia-attacca-mellano-insorgono.html). Lo scontro va avanti da fine luglio, dopo che Monica Formaiano, vicina a Fratelli d'Italia, ha sostituito Bruno Mellano, a fine mandato e non più ricandidabile. I consiglieri del partito della Premier avevano criticato la gestione di Mellano, accusandolo di aver prestato più attenzione ai detenuti che alla Polizia Penitenziaria.

"Logiche partitocratiche"

"Non critichiamo la nomina della Garante perché fa parte di un certo partito politico - ha risposto Silvja Manzi di Europa Radicale -, ma perché la nomina ha chiaramente seguito logiche partitocratiche. Mellano era stato nominato e rinnovato da una giunta di centrodestra, se i due consiglieri che l'hanno criticato in questi giorni avessero letto i suoi rapporti saprebbero che ha affrontato i problemi a 360 gradi". 

Adesso la partita si sposta sul Garante di Torino: anche Monica Gallo, Garante per due mandati dal 2015 al 2025, ha terminato il suo e il sindaco Stefano Lo Russo dovrà scegliere chi ne prenderà il posto. I Radicali propongono lo stesso Mellano o l'ex direttore della casa circondariale Lorusso Cutugno - oltre che di Asti, Alessandria e Saluzzo - Pietro Buffa. "Ma tutti i nove nomi che si sono candidati sono buoni - ha aggiunto Manzi -, l'importante è aprire un dibattito a livello cittadino".

Proposta: numero chiuso

Intanto, in Parlamento il deputato di +Europa Riccardo Magi ha presentato una proposta per istituire il numero chiuso nelle carceri italiane. "Vale per le scuole, deve valere anche per le carceri - ha spiegato Igor Boni di Europa Radicale -. Lo utilizza già la Gran Bretagna: in prossimità della capienza massima attua dei provvedimenti straordinari per liberare nuovi posti, attraverso la liberazione anticipata, o gli arresti domiciliari, o l'utilizzo di altre strutture. Il nostro diritto prevede una pena, non soltanto la detenzione in carcere".

Sovraffollamento 

Il problema del sovraffollamento è uno di quei problemi strutturali che causa difficoltà estreme per chi è rinchiuso. E non si ripercuote soltanto sui detenuti, ma anche su chi in carcere ci lavora, come la Polizia Penitenziaria, infermieri, psicologi, assistenti sociali, educatori e volontari. "Il dato più allarmante è quello dei suicidi, notevolmente più alto tra le persone detenute e chi lavora in carcere rispetto a chi sta fuori - ha riportato Manzi -. Nel 2025 sono già 50 tra i detenuti, di cui uno a Torino e uno a Cuneo. Lo scorso anno sono stati 91, il numero più alto di sempre. Tra gli agenti di polizia penitenziaria sono già 2 i suicidi nel 2025, può lo Stato tollerare che persone sotto la sua tutela e che lavorano per loro si tolgano la vita?".

Samuele Moccia, coordinatore dell'associazione radicale Adelaide Aglietta, ha criticato l'approccio della maggioranza al problema delle carceri, in particolare di Fratelli d'Italia e del sottosegretario Andrea Delmastro. "L'approccio di Delmastro è inaccettabile - ha commentato Moccia -, e la nomina di Monica Formaiano partitocratica. Continueremo la mobilitazione per i diritti dei detenuti: lunedì 18 agosto saremo al Lorusso Cutugno, mentre contemporaneamente un'altra delegazione visiterà il carcere di Messina".

Francesco Capuano

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Barbara Gabriella Renzi

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