Sanità | 08 settembre 2025, 14:08

Schael-Tranchida, Riboldi scrive la parola fine: "Le nomine a commissario terminano quando si sceglie un nuovo direttore generale"

L'assessore regionale alla Sanità torna sulle ultime scintille legate all'ex manager: "La sua unica scelta sbagliata su 20. E abbiamo ritenuto giusto cambiare"

L'assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi

L'assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi

"Le nomine commissariali terminano, per contratto, nel momento in cui si nomina un direttore generale". Così Federico Riboldi, assessore regionale alla Sanità, cerca di mettere la parola fine al passaggio di consegne manageriale (con polemiche incorporate) alla guida del comparto tra l'ex commissario Thomas Schael e il nuovo dg, Livio Tranchida

La cornice è quella dell'inaugurazione del nuovo reparto del Regina Margherita, una delle prime uscite ufficiali di Tranchida. Che sempre nella giornata di oggi ha in programma anche il suo primo incontro con i sindacati di categoria. "Si è semplicemente dato corso al contratto che il Commissario aveva sottoscritto al momento della nomina - prosegue Riboldi -. Ma non mi pento della nomina di Schael: ho fatto 20 nomine l'anno scorso di 20 direttori generali. Una di queste è stata rivista dopo pochi mesi. Non mi pento perché non avrei potuto giudicare un lavoro se non l'avessi scelto. Quando abbiamo scelto Thomas Schale ritenevamo che le sue doti manageriali, che ha dimostrato nel corso della sua carriera, potessero essere adatte". 

Capacità manageriali non adatte al contesto
Poi qualcosa è cambiato, se non addirittura precipitato. "Per alcune valutazioni e soprattutto per la condanna intervenuta in tribunale abbiamo preso atto che non fosse la persona giusta nel posto giusto - dice senza giri di parole Riboldi - e quindi questo nulla toglie alle sue capacità manageriali, ma ognuno di noi ha luoghi dove può rendere 100 e luoghi dove può rendere meno. E quindi abbiamo ci siamo assunti la responsabilità di scegliere. Ma non mi pento: solo le prove dei fatti dimostrano se le scelte sono state giuste o no. Questa non è stata una scelta giusta, perché dopo sei mesi si è rivelata sbagliata. Ma il vero errore, un boomerang politico, sarebbe stato se avessimo perseverato su una scelta sbagliata. Invece assumersi le proprie responsabilità, cambiare le cose quando non funzionano, credo sia dovere del buon amministratore, del buon padre di famiglia. Sapere quando bisogna cambiare e farlo in maniera determinata e repentina fa parte del bagaglio dell'amministratore attento".

Piano socio-sanitario: "C'è stato chiesto tempo in più. Ascoltiamo tutti"

Discorso a parte, invece, per il percorso del nuovo Piano Socio sanitario. Tra intramoenia e scorciatoie negate, il rischio è che possano allungarsi i tempi. "L'intramoenia sarà fatta passare in questi giorni - garantisce Riboldi - perché c'è il consenso di tutte le forze politiche. Ma quello che tengo a ribadire è che il centrodestra è molto compatto sia sull'intramoenia sulla legge voluta dal Presidente Icardi che sul piano socio-sanitario: quando avevamo chiesto di contingentare i tempi del Consiglio, mi è stato richiesto dai consiglieri d'opposizione di soprassedere a questa intenzione e noi, cercando la massima armonia all'interno dell'approvazione del piano, abbiamo subito detto che non c'era problema. Che se era una loro richiesta, come è stata una richiesta del Comune di Torino di avere un mese in più, per noi nulla ostava alle richieste". "A me sarebbe piaciuto approvare il piano entro l'estate - conclude Riboldi - anche perchè ogni giorno che impieghiamo in più ad approvare il piano socio-sanitario e un giorno in meno dove abbiamo il piano socio-sanitario approvato e operativo. È vero anche che un piano che aspetta dagli anni Novanta u rifacimento completo, più che una revisione generale, se ci mettiamo 30, 60 giorni in più rispetto al preventivato l'importante è fare un buon lavoro". 

Massimiliano Sciullo

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