Economia e lavoro | 24 settembre 2025, 13:44

Vendita a Tata Motors, Iveco rassicura: "Nessun effetto sull'occupazione. Siamo su mercati diversi"

Confronto con il Consiglio, segnato da qualche asprezza: Russi (M5S) lascia l'aula per protesta

Foto di archivio

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"L'operazione non ha alcun effetto sui livelli occupazionali perché non c'è sovrapposizione, ma complementarietà. Iveco ha il mercato europeo, dove Tata Motors non è presente: viceversa loro servono l'India ed il Sud Est asiatico". Dopo i sindacati, sono i rappresentanti delle relazioni industriali Iveco ad intervenire in audizione al Comune di Torino, dopo il passaggio a Tata Motors.

A fine luglio è stato ufficializzato la vendita dal gruppo Exor al colosso indiano per 3,8 miliardi di euro. 

8mila lavoratori

Un’operazione con grosse ricadute su Torino, dove Iveco ha il quartier generale in via Puglia che produce motori e propulsori elettrici per mezzi pesanti (e ha due centri dedicati a ricerca e sviluppo), nonché un polo logistico a San Mauro. Sono circa 6.000 gli addetti diretti, a cui se ne aggiungono quasi duemila dell'indotto.

Ed i rappresentanti industriali hanno ribadito le rassicurazioni sul fronte occupazionale. "Per due anni non si procederà a ristrutturazioni significative, né a chiusure di stabilimenti dovute alla fusione". Un confronto con il Consiglio comunque segnato da qualche asprezza. 

Oltre a chiedere chi fosse la vicesindaca, dimostrando di non conoscere l'assessore Michela Favaro, si è registrato uno scontro con il capogruppo del M5S Andrea Russi che ha lasciato la Sala dell'Orologio per protesta. Il pentastellato aveva infatti espresso preoccupazione sulle possibili ricadute di "ristrutturazioni significative" ottenendo dai rappresentanti delle relazioni industriali una replica dai toni accesi.

Il commento 

Timori anche da parte Pierlucio Firrao di Torino Bellissima: "Non essendo più italiana, siamo preoccupati che si rischi di perdere l'indotto e quello che c'è in azienda". Un pensiero analogo a quello del leghista Giuseppe Catizone, che teme per lo spostamento del "potere decisionale in India", e del capogruppo del PD Claudio Cerrato: "Il valore del nostro territorio è legato alla capacità di progettazione, che va preservata".

Ad esprimere dubbi anche Emanuele Busconi (Sinistra Ecologista): "Da Iveco è necessario un piano a lungo termine. Le rassicurazioni ricevute oggi sono insufficienti".

A chiudere il confronto la vicesindaca Michela Favaro: "Torino, insieme alle altre città interessate perché sedi di stabilimenti produttivi, chiede di potersi sedere ai tavoli nazionali". "Per noi è importante che Torino resti centro nevralgico e salvaguardare l’indotto e i livelli occupazionali”, ha concluso.

Oggi la vicepresidente dem del Senato Anna Rossomando ha presentato un'interrogazione perché è "urgente un intervento del Governo". È necessaria la "convocazione di un tavolo sul piano industriale con riferimento al comparto civile di Iveco" conclude l'esponente del PD.

Cinzia Gatti

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