Sanità | 17 ottobre 2025, 13:23

Più sicurezza negli ospedali di Torino: firmato protocollo Asl-Prefettura. Occhi puntati su Maria Vittoria e Giovanni Bosco

Maggiore presenza e controlli delle forze dell’ordine e un canale privilegiato sul numero unico d’emergenza

Più sicurezza negli ospedali di Torino: occhi puntati sul Giovanni Bosco

Più sicurezza negli ospedali di Torino: occhi puntati sul Giovanni Bosco

Un protocollo d’intesa per garantire la sicurezza dei presidi sanitari della Città di Torino: è il documento stipulato questa mattina fra Prefettura e ASL, con la partecipazione della Regione Piemonte. 

Maggiore presenza delle forze dell'ordine

Nel dettaglio, prevede più passaggi delle forze dell’ordine e più stazionamenti delle pattuglie nell’area vicina e un canale privilegiato sul numero unico d’emergenza, in modo che le chiamate dalle strutture sanitarie siano immediatamente processate. Un protocollo esteso a tutti gli ospedali con particolare riferimento al Maria Vittoria e al Giovanni Bosco. 

Misure che si sono rese necessarie in seguito all’aumento dei casi di aggressioni a medici e infermieri negli ospedali e dopo l’investimento della piccola Esmeralda davanti al Giovanni Bosco. 

Da una parte ci sono due presidi fissi delle forze dell’ordine, al Maria Vittoria e al Giovanni Bosco, che sono stati integrati - spiega il prefetto Donato Cafagna - Poi c’è un‘individuazione dei luoghi nei quali ci sono maggiormente situazioni di rischio, quindi rispetto ai pronto soccorso e alcuni reparti che per loro caratteristiche ci possono essere situazioni di tensioni per i sanitari”.

Attività di formazione col personale dell'Asl

“Rispetto a queste situazioni c’è un’attività di formazione per il personale dell’Asl, che può essere curata con le forze di polizia, e dall’altra parte la possibilità di richiedere in determinate situazioni un intervento da parte di queste ultime. Poi c’è la tematica della vigilanza da remoto all’interno delle strutture che avviene con un potenziamento previsto dall’Asl dei sistemi di video sorveglianza e di difesa passiva, ma anche con presenza di vigilanti che sono stati individuati dagli istituti di vigilanza - ha poi aggiunto il prefetto - Anche in questo caso è previsto un collegamento migliorato con le forze di polizia con collegamenti a chiamata e con la disponibilità di immagini per una migliore operatività”. 

L’attenzione poi è anche relativa agli spazi circostanti gli ospedali, rispetto all’esigenza per esempio del piazzale antistante al Giovanni Bosco è stata definita questa area a vigilanza rafforza che ha dato risultati positivi”, ha concluso.

Possibile l'estensione a tutta la Regione

Il protocollo potrebbe poi essere esteso anche nel resto della città metropolitana e della regione. “Partiremo a Torino per estenderlo alle Asl della città metropolitana e io mi farò anche portatore di proporlo ai colleghi per un eventuale possibilità di applicarlo nel resto della regione laddove c’è necessità. Al momento non ci sono segnalazioni particolari, ma questi strumenti servono ad anticipare necessità che devono essere determinate”. 

Sono anni che lavoriamo a questo tema - aggiunge Carlo Picco, direttore generale Asl Città di Torino - Il Protocollo è calato sulla città. Quando sono arrivato il primo documento è stato di quello di introdurre le guardie armate perché tutti segnalavano il problema della sicurezza. Da lì è stato tutto un fiorire di iniziative e di fatti incresciosi che ci hanno reso consapevoli che fosse necessario un intervento più mirato con la Prefettura e le forze dell’ordine. Il protocollo è stato preceduto da iniziative che vanno dalle telecamere ai protocolli di intervento fino ai volontari dell’associazione Carabinieri o di Calpitano Ultimo all’interno dei pronto soccorsi. Questi ultimi sono stati molto apprezzati dai sanitari perché creano un elemento dissuasivo”. 

In futuro, tra le iniziative volte a migliorare la sicurezza anche quella di un posteggio auto riservato al personale del Giovanni Bosco: “Non è prevista dal protocollo, ma verrà realizzato nel 2026. Il Comune ha gia dato il suo ok. Permetterà ai turnisti (quasi tutte donne) di entrare dentro a un cortile per i turni dalle 19”. 

Riboldi: "Unire sociale, sicurezza e sanità"

Un protocollo che unisce sociale, sicurezza e sanità - commenta l’assessore regionale Federico Riboldi - Altri presidi della città metropolitane dovrebbero essere interessati al protocollo di sicurezza. È un problema diffuso non solo metropolitano. Dobbiamo lavorare sulla prevenzione, ma anche sul fattore repressivo e di controllo che solo le forze dell’ordine possono fare.  Gli operatori sanitari sono in situazione di difficoltà a questo si aggiunge l’ondata di violenza verbale e fisica che si rivolge a chi in prima linea si occupa della salute di tutti”. 

Dobbiamo ammettere che nei quartieri più problematici ci sono maggiori difficoltà. In contesti fragili le persone devono essere più tutelate e difese” aggiunge l’assessore regionale alle Politiche sociali e dell’integrazione socio-sanitaria Maurizio Marrone

"Accogliamo con grande soddisfazione la firma di questo protocollo, che rappresenta un passo concreto per la tutela degli infermieri e di tutti gli operatori sanitari — dichiara Ivan Bufalo, presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Torino È un segnale importante: finalmente si riconosce che la violenza non è un problema individuale, ma una difficoltà del sistema di cui spesso noi siamo il volto più esposto. Questo accordo rafforza l’idea che la sicurezza degli infermieri è parte integrante della sicurezza delle cure. Oggi si chiude un percorso iniziato anche grazie alle nostre denunce e alle nostre proposte, e si apre una fase nuova, di collaborazione istituzionale, in cui la prevenzione e la formazione diventano strumenti di protezione per chi lavora in prima linea, soprattutto nei pronto soccorso".

Chiara Gallo

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