Sono in corso dal 21 ottobre le riprese dell’ultimo film di Pupi Oggiano, “Il grande no”. Un thriller che sfocia anche nel sociale, ma con tinte tipiche che sono eredità di Dario Argento. “Vengo da quel mondo. Seguivo da bambino i set di Dario Argento, sono quarant’anni che seguo quel cinema, ma ho tentato un mio percorso personale” spiega il regista.
Il viaggio della sua esalogia, iniziato nel 2018 con “La paura trema contro” e finito nel 2024 con “Contro un iceberg di polistirolo”, era stato un esperimento assolutamente inedito nel mondo del cinema indipendente italiano. Sei film autoconclusivi che ruotavano intorno al tema della paura, raccontandone i suoi vari aspetti.”Il grande no” è il primo film slegato, un progetto unico, più tradizionale nella sua struttura che tocca temi forti e attuali.
La trama
Si parla di bullismo, di solitudine, di vendetta, di rapporti familiari tesi e difficili, di violenza. film. Un uomo vive in una grande villa assistito da due sodali che lo accontentano in tutto. In quello spazio, così ampio eppure tanto claustrofobico, troviamo anche un gruppo di persone, sequestrate e costrette a compiere giochi da bambini sotto la minaccia delle armi.
“È la storia di una vendetta - spiega Oggiano -Una vendetta per un atto di bullismo che risale ai tempi delle elementari e che viene scontato alla soglia dei 50 anni”.
Gli attori
Sul set nei panni dei protagonisti Diego Casale, Silvia Collatina, Ilaria Monfardini.
“Non posso staccarmi dall’horror e dal thriller, non è una passione, è viscerale” racconta Silvia Collatina che la sua carriera da attrice l’ha iniziata interpretando la bambina fantasma nell'horror cult di Lucio Fulci “Quella villa accanto al cimitero”.
“Interpreto un personaggio che è una donna fragile, ma anche forte, che subisce la personalità di Enea. Essendo madre, questo ruolo lo vivo come se fosse mia questa situazione. Una situazione in cui si può trovare chiunque. Di solito mi riconosco nei ruoli di demoni, di fantasma, questo è un ruolo al di fuori di quelli con i quali sono riconosciuta”.
Diego Casale che ha debuttato con Pupi Oggiano nel film di Dario Argento in “Non ho sonno”, torna sul set con il regista dopo l’esalogia: “Questo è un film diverso. Il mio personaggio, Enea, ha una fragilità estrema che si trasforma in estrema violenza. La trama ruota intorno alla sua vita. Ha avuto un rapporto tremendo con gli altri e con il padre, la sua anima si è sbriciolata. Ha cercato di metterne insieme i pezzi in maniera abbastanza malata. È stato complicato vestire i panni di una persona che ha una personalità triplice. Si piange tanto in questo film, è stato quasi terapeutico, ma si è anche riso tanto perché si è creata una squadra meravigliosa. Il team di Pupi Oggiano è ormai famiglia”.
Anche Ilaria Monfardini torna a recitare con Oggiano: “Interpreto Greta che ha sofferto di bullismo a causa dell’amicizia con Enea. È un personaggio che ha due facce a sua volta: è una donna che vive in maniera molto empatica il rapporto con Enea, ma si trasforma quando si trova davanti i suoi ex compagni di classe, passa dall’essere una donna premurosa a essere quasi un’Erinni. Nella mia esperienza con Pupi Oggiano è sicuramente il personaggio più profondo. È stata una valvola di sfogo, in lei ho riversato tutti i miei dolori”.
Debutto sul set anche per la giovane Sofia Marmugi, che interpreta la figlia dodicenne di Enea: “Sono sempre un po’ nervosa quando arrivo sul set ma poi mi sciolgo”.
Le location
L’ambientazione sarà torinese, ma il film ha cominciato il suo viaggio con una settimana di riprese a Castel Fiorentino, a Villa Camelot, che sarà il centro della vicenda. Si sta attualmente girando a Torino in alcune abitazioni private e poi a inizio 2026 si passerà al Castello di Virle, nel Pinerolese.
“Torino ha un’urbanistica ottima per il cinema - spiega Pupi Oggiano -. È una città in cui puoi trovare tutte quelle componenti che ti servono per creare un thriller. Ci sono tanti stili, dal romano, al liberty. È come avere un set a cielo aperto. Poi si lavora bene sia con la Film Commission sia con le persone che sono rispettose quando giri in esterna”.
Il cinema indipendente
“Rispetto a una decina di anni fa ci sono tante produzioni che si muovono bene - spiega il regista -. Basta avere una troupe molto convinta. I tagli?Purtroppo credo che la fascia intermedia sia quella che patirà di più. Ma se fai le cose indipendenti, che non sono quelle amatoriali ovviamente, te la cavi. Con le professionalità e i finanziamenti giusti concludi anche abbastanza in fretta”.














