Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Torino ha disposto l'"imputazione coatta" nei confronti di John Elkann per due capi d’accusa nell’ambito del procedimento relativo alla residenza in Italia della nonna Marella Caracciolo. La procura aveva chiesto l’archiviazione per questo filone dell’indagine, richiesta che non è stata accolta dal gip.
La vicenda relativa alla proposta di “messa alla prova” avanzata da John Elkann segue invece un percorso autonomo ed è affidata a un altro giudice.
I legali di Elkann hanno espresso soddisfazione per le archiviazioni disposte dal gip, ma hanno definito difficile da comprendere la decisione di imporre al pubblico ministero la formulazione dell’imputazione, anche nei confronti del commercialista Gian Luca Ferrero, ritenendola in contrasto con le richieste della procura, giudicate solide e ben argomentate. Gli avvocati hanno annunciato il deposito di un ricorso per Cassazione contro l’ordinanza, eccependone l’abnormità.
Nel merito, la difesa ribadisce la convinzione che le accuse nei confronti di John Elkann siano prive di fondamento e che l’imputato abbia sempre agito correttamente e nel pieno rispetto della legge. I legali precisano inoltre che la scelta di aderire a un accordo non comporta alcuna ammissione di responsabilità ed è stata motivata esclusivamente dalla volontà di chiudere rapidamente una vicenda personale dolorosa, dopo aver definito con l’Agenzia delle Entrate ogni possibile controversia fiscale relativa ai fratelli Elkann in qualità di eredi di Donna Marella Agnelli.
Nel medesimo procedimento, il gip ha disposto l’archiviazione completa per Ginevra e Lapo Elkann, fratelli di John Elkann, e per il notaio svizzero Urs Robert von Gruenigen. Per tutti loro l’archiviazione era stata richiesta dai pubblici ministeri della procura di Torino.












