Il campo di calcetto del Parco Dora non tornerà ad avere le porte. A chiarirlo è stata la Giunta comunale rispondendo a un’interpellanza del consigliere di Torino Bellissima Pierlucio Firrao, che aveva sollevato il tema del progressivo abbandono dell’impianto sportivo sotto la tettoia dello strippaggio, da anni inutilizzabile.
Rimosse da anni
Nella risposta, l’assessore al Verde Pubblico, Francesco Tresso, ha spiegato che le porte sono state rimosse “da alcuni anni, già prima del 2021”, a causa dei continui atti vandalici e dei frequenti interventi di manutenzione, sempre più necessari. Una scelta che, secondo l’Amministrazione, è diventata definitiva.
Gli altri eventi
Secondo quanto riferito dalla Divisione Verde e Parchi, un campo da calcetto “vero e proprio”, privo di sponde parapallone, risulterebbe oggi poco compatibile con l’uso dell’area, sempre più orientato al gioco libero e all’aggregazione spontanea. A questo si aggiungono le difficoltà logistiche legate ai numerosi eventi - musicali, sportivi e culturali - che si svolgono quasi ogni fine settimana nel parco.
“Non le sostituiamo”
L’ipotesi di installare porte rimovibili, inoltre, viene giudicata non sostenibile dalla Città, soprattutto per via della forte frequentazione notturna dell’area. Per questi motivi, ha chiarito Tresso, “non è nostra intenzione ricollocare nuove porte in sostituzione di quelle rimosse”, sottolineando come la loro assenza non precluderebbe comunque l’utilizzo del campo per il gioco del calcetto.
Cercasi associazione
Una posizione che non convince il consigliere Firrao. “La Giunta ha chiarito che le porte non torneranno, a meno che non venga individuata un’associazione del territorio disponibile a gestirle, rimuoverle e riposizionarle ogni volta - ha commentato -. Una scelta che di fatto scarica sui cittadini e sul volontariato una responsabilità che dovrebbe essere dell’Amministrazione”.
“Un vero peccato per i torinesi, soprattutto per i più giovani”, ha replicato Firrao ricordando come quel campo fosse un punto di riferimento per lo sport di quartiere, oggi di fatto inutilizzabile a causa di una decisione definita “burocratica”, che rinuncia a governare e valorizzare lo spazio pubblico.










