Cultura e spettacoli | 28 marzo 2024, 15:00

70 anni fa la prima scalata italiana al K2: il Museo della Montagna celebra l'impresa con una sezione permanente

Fotografie, documenti archivistici, pagine di giornale, oggetti e attrezzature alpinistiche per ricordare l'impresa di Achille Compagnoni e Lino Lacedelli

70 anni fa la prima scalata italiana al K2: il Museo della Montagna celebra l'impresa con una sezione permanente

Il Museo della Montagna festeggia i 70 anni della scalata italiana al K2.

Il 31 luglio 1954, poco prima delle 18, Achille Compagnoni e Lino Lacedelli arrivano in vetta. Sono i primi italiani a toccare la cima di un Ottomila. 

All'interno del museo, per celebrare la ricorrenza è stata allestita una nuova sezione permanente dedicata a questa spedizione del Club Alpino Italiano. 

L'iniziativa, promossa in concomitanza con il 150° anniversario della fondazione del Museo, propone una narrazione dell'impresa attraverso una vasta ed eterogenea esposizione di attrezzature, documenti, fotografie e iconografie che rappresentano, nel loro insieme, la più ricca documentazione esistente sul tema

Con immagini poco note, documenti archivistici, pagine di giornale, oggetti e attrezzature alpinistiche, la nuova sezione permanente – frutto del riallestimento di una parte dell’area dedicata all’alpinismo extraeuropeo del Museo – spalanca una finestra sul passato e propone il racconto di un’impresa ancora oggi ritenuta mitica, che costituisce il fondamento dell’himalaysmo italiano moderno.

L'esposizione, sviluppata con il supporto scientifico del giornalista e storico dell’alpinismo Roberto Mantovani, offre una narrazione non solo alpinistica, che raccoglie documenti cartografici, fotografie, filmati, attrezzature d’epoca. La visita offre l'opportunità di conoscere l'equipaggiamento utilizzato dagli alpinisti e di comprendere le sfide affrontate nell’ascensione del mastodonte del Karakorum che, con i suoi 8.611 metri, è la seconda cima più alta della Terra, ma una delle più difficili. La spedizione, forte di un’organizzazione di stampo militare, disponeva di prodotti d’avanguardia capaci di resistere alle condizioni estreme delle altissime quote, in un periodo che solo da pochi anni poteva vantare la presenza di attrezzature in nylon e di tessuti sintetici. 

Il percorso espositivo parte dalla geopolitica degli anni Cinquanta, ancora annichilita dagli effetti della suddivisione del British Raj nelle due entità nazionali dell’India e del Pakistan, e prosegue con la descrizione dei luoghi della spedizione e del fondamentale contributo all’impresa dei portatori del Baltistan, la regione in cui sorge il K2. Senza trascurare il racconto delle fasi salienti della scalata e la sua tempistica, l'esposizione include la descrizione della via di salita lungo lo Sperone Abruzzi (la cresta Sud-Est), l’improvvisa morte del valdostano Mario Puchoz, il drammatico bivacco all’addiaccio di Walter Bonatti e del portatore hunza Amir Mahdi, e infine l’arrivo in vetta.

L’esposizione è composta dalle attrezzature della spedizione, giunte già nel 1956 e integrate nel 1981 dal CAI con la donazione del “Fondo Spedizione Italiana al Karakorum – 1954”. A queste si sono aggiunti negli anni Ottanta i fondi fotografici e filmici di Mario Fantin, alpinista e operatore ufficiale della spedizione, e nel 2016 l’Archivio Walter Bonatti, in cui si trova ampia documentazione sulla salita. La selezione è arricchita con alcuni beni di recente acquisizione, tra cui le attrezzature di Pino Gallotti e le diapositive di Ugo Angelino (entrambi alpinisti della squadra), ma anche le fotografie di Umberto Balestreri della precedente spedizione del 1929.

Per info: https://www.museomontagna.org/ 

redazione

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Johanna Finocchiaro

Buongiorno, Good morning, Bonjour, Buenos Días, Namasté!
Sono Johanna. Classe 1990, nata a Torino, appassionata di musica, viaggi, lingue straniere e poesia. Già, POESIA.
Scrivo sin dalla tenera età (mi sono innamorata di lei al nostro primo incontro, alle scuole elementari) e leggo, leggo tanto, sempre e ovunque. La mia massima fonte d'ispirazione è la natura e l'arte sua complice: mi conquistano l'immediatezza, la forza comunicativa, la varietà di forme e concetti espressi, la contraddizione.
Viaggiando ho compreso quanto il mondo sia immenso, dinamico ed io piccola. Mi ci sono adattata, pian piano, stravolgendo i piani e spostando i limiti. Oggi, continuo ad essere curiosa. E gioiosa. Mi occupo di divulgazione culturale e ho all'attivo quattro pubblicazioni: Clic (L'Erudita Editore), Ramificare (Eretica Edizioni), Specchi (Scrivere Poesia Edizioni), L'Atto versato (Edizioni Il Cuscino di Stelle). Obiettivo primario: sostenere una cultura consapevole, socialmente impegnata.
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Questa rubrica nasce sotto una buona stella o così mi piace pensare; si propone, con determinazione, di avvicinare il lettore a un genere letterario incompreso quanto testardo: la poesia.
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