Scuola e formazione | 07 maggio 2024, 10:48

Presidio in sostegno della Palestina al Politecnico di Torino: "L'ateneo deve prendere posizione". Tensioni con la polizia [FOTO]

Dopo un inizio tranquillo la manifestazione si è spostata all'interno dell'università, quindi un corteo in via Borsellino

Studenti che manifestano al Politecnico

Manifestazione degli studenti pro Palestina all'interno del Politecnico di Torino

Il conflitto in Medio Oriente, tra Israele e Palestina, è arrivato di nuovo tra i banchi del Politecnico di Torino. Dopo le prime proteste di inizio aprile 2024, quando gli studenti avevano chiesto l'organizzazione di una seduta straordinaria e aperta del Senato Accademico, per poter discutere delle collaborazioni in corso tra l'ateneo e altre università israeliane, oggi i manifestanti tornano sotto al Politecnico per continuare le proteste in difesa del popolo Palestinese. 

Il Senato accademico all'Energy center

A motivare le proteste è soprattutto la seduta del Senato Accademico straordinario, in corso oggi, martedì 7 maggio, che si sarebbe dovuta tenere all'interno del Politecnico, ma in vista del presidio è stata trasferita all'Energy Center, il centro di ricerca di Torino in via Paolo Borsellino 38. Ma a mobilitare i manifestanti sono soprattutto i timori, da parte degli studenti e di alcuni docenti, dell'utilizzo delle ricerche per scopi bellici. Inoltre l'ateneo è accusato di avere in attivo numerose collaborazioni con settori dell'industria bellica come Leonardo, Frontex e l'israeliana Elbit Systems.

Usb: "Non si può essere imparziali"

"In questi mesi numerosi studenti si sono mobilitati perché oggi non può esistere imparzialità, il popolo Palestinese sta morendo sotto le bombe - ha dichiarato un esponente della sigla USB -. In questo momento a Rafah i cittadini sono minacciati dell'invasione israeliana. Noi studenti ribadiamo che non vogliamo firme con aziende che promuovono le politiche del governo sionista".

"Il Senato Accademico è stato spostato poco prima del suo inizio, all'ultimo minuto senza avvisare - ha spiegato Sofia del movimento Cambiare Rotta -. Il nostro presidio denuncia il genocidio del popolo palestinese, vogliamo che il Politecnico prenda posizione, cosa che finora non ha fatto".

Da presidio a corteo

Dopo le dichiarazioni al megafono e il raduno sotto i portici del Politecnico, il presidio si è trasformato in un corteo, sfilando tra i corridoio dell'istituto sventolando bandiere gridando: "Palestina libera".
Il corteo ha sfilato per via Paolo Borsellino occupando la strada e limitando per alcuni istanti il passaggio di automobili. Adesso i manifestanti si trovano davanti alla sede di Energy centrel, faccia a faccia con un ingente cordone della polizia.

Aggiornamento ore 13 

Il presidio, anche se in diminuzione per la pioggia, continua a sostare di fronte al cordone di polizia che sbarra la strada nell'interno del civico 77 di corso Ferrucci. Il vicerettore Sacchi è sceso a parlare con i manifestanti, chiedendo se volessero consegnare un documento da portare nel Senato Accademico, ma gli studenti hanno ribadito la volontà di far salire una loro delegazione. Il Senato Accademico, dopo una discussione interna, ha rifiutato di aprire le porte dell'incontro ai ragazzi.

Ore 13.45 - Pur non essendo stati ricevuti, i ragazzi sono rimasti in attesa di decisioni del senato accademico dell'Università, ma la tensione delle ore precedenti è stata superata. E, poco alla volta, i manifestanti si stanno allontanando, concludendo di fatto il presidio.

Marco D’Agostino

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