Truffatori sempre più scaltri, anziani (ma anche i giovani, ormai) sempre più esposti. Soprattutto oggi che gli sciacalli fanno leva su strumenti sempre più innovativi: dall'utilizzo dei computer (magari per mandare mail false) fino alla messaggistica WhatsApp e all'Intelligenza Artificiale. È in questo contesto che si è svolto, alla Casa nel Parco di via Panetti, un importante incontro informativo promosso dalla Circoscrizione 2, in collaborazione con la Polizia di Stato – Commissariato Mirafiori, per aiutare le persone più vulnerabili a riconoscere e prevenire i raggiri più frequenti.
All’incontro hanno partecipato il vice questore Luca Celeste e Marzia Bauco, assistente capo del Commissariato di Mirafiori, insieme a Giuseppe Genco, coordinatore alla Sanità della 2. Un’occasione preziosa per informare i cittadini, soprattutto gli anziani, sui trucchi usati dai truffatori e sulle contromisure da adottare.
La truffa? Questione di psicologia e velocità
Come spiegano gli esperti della Polizia, il truffatore (che raramente è una persona dall'aspetto trasandato) punta sul mettere fretta e sulla confusione. Utilizza tecniche di persuasione efficaci, fa leva sull’urgenza, e spesso crea situazioni emotive forti per mettere la vittima sotto pressione. “È la legge dei grandi numeri – spiegano – se ci provano con cento persone, è probabile che almeno una cada nel tranello”. Ma non è solo l’aspetto a trarre in inganno: i truffatori sono spesso ottimi oratori, capaci di usare le parole in modo strategico. Creano situazioni di urgenza o pericolo, simulano problemi improvvisi che richiedono decisioni rapide. Possono fingere una telefonata da parte di un familiare in difficoltà, un guasto improvviso da riparare o un intervento di sicurezza urgente.
Le truffe più comuni: come riconoscerle
Durante l'incontro sono stati illustrati diversi casi concreti di truffe: Ne elenchiamo alcune, come il finto avvocato o parente bisognoso: una telefonata annuncia un’emergenza con richiesta immediata di soldi. Oppure i finti tecnici o poliziotti che si presentano alla porta senza preavviso. In questi casi è fondamentale chiedere sempre il nominativo e chiamare il reparto di appartenenza. Un altro consiglio utile? Controllare dalla finestra se c’è davvero un’auto di servizio parcheggiata sotto casa.
Poi ecco la truffa dello specchietto o delle monete cadute per terra: espedienti per far abbassare la guardia, che si verificano in strada o nei parcheggi. O il trucco dell’abbraccio: una persona finge di conoscere la vittima, l’abbraccia e le ruba portafoglio o gioielli. Per non parlare del caso del termosifone rotto? Attenti, spesso è solo una scusa per entrare in casa e cercare oro e valori.
Curriculum falso
Tra le truffe più insidiose segnalate dalla Polizia, ce n’è una che sfrutta la buona fede sia di chi cerca aiuto in casa, sia di chi cerca lavoro: la truffa del curriculum falso. In un caso, il truffatore si propone come badante, colf o baby-sitter, presentando referenze false e un comportamento irreprensibile, ma lo scopo è quello di entrare in casa, osservare l’ambiente e derubare. Nell’altro, è la vittima – spesso un giovane o un disoccupato – a rispondere a un annuncio di lavoro truccato: dopo l’invio del proprio curriculum, il truffatore inizia a richiedere dati personali o soldi, fingendo spese legate all’assunzione. In entrambi i casi, mai fidarsi al primo contatto: è fondamentale verificare sempre l'identità e l'affidabilità della persona.
Seduzione in chat
Tra le truffe più dolorose e difficili da riconoscere c'è quella della seduzione online, anche conosciuta come romance scam. I truffatori, spesso nascosti dietro profili falsi e foto rubate da internet, instaurano relazioni virtuali su piattaforme come Facebook, Instagram, WhatsApp o siti di incontri. Si mostrano affettuosi, presenti, premurosi: costruiscono un legame emotivo, talvolta per settimane o mesi.
Quando la fiducia è stata conquistata, arrivano le richieste: piccole somme di denaro, spesso giustificate da problemi improvvisi (malattie, viaggi bloccati, difficoltà lavorative). In altri casi, la truffa prende una piega ancora più grave: la vittima viene spinta a condividere immagini intime, che diventano strumento di ricatto. Il truffatore minaccia di diffonderle pubblicamente se non riceve ulteriori pagamenti.
La prevenzione è la prima arma
L’incontro ha ribadito un concetto fondamentale: la prevenzione è la prima forma di difesa. E soprattutto, mai vergognarsi di chiedere aiuto o di denunciare. Parlarne, confrontarsi e segnalare episodi sospetti può fare la differenza, non solo per proteggere sé stessi, ma anche gli altri.