Sovraffollamento, perquisizioni eccessive e celle chiuse in anticipo con riduzione della mobilità. Sono queste alcune delle problematiche denunciate dalle detenute del carcere di Torino, in una lettera aperta per le istituzioni.
I numeri
Le donne sono ospitate principalmente nel Padiglione F, con alcune rinchiuse anche nell'ICAM (Istituto a Custodia Attenuata per Madri) e nella comunità terapeutica "Arcobaleno". Al 31 maggio 2025, secondo il rapporto Antigone, al "Lorusso e Cutugno" sono 128 le carcerate per una capienza di poco meno di 80 posti letto.
Problema sovraffollamento
Un tasso di sovraffollamento del 125%, che trasforma le celle in fuori norma. "Spazi - spiegano - che siamo obbligate a condividere posizionando un letto a castello: non sempre possiamo dividerlo con persone con cui instaurare un rapporto decente, con le conseguenze che comportano liti".
Perquisizioni eccessive
Diverbi che aumentano con il caldo e fanno scattare anche rapporti disciplinari. "Le perquisizioni giornaliere - denunciano le detenute - dovrebbero essere mirate al ritrovamento di cose illegali e pericolose invece vengono fatte in modo invasivo, destabilizzando l'equilibrio mentale anche delle detenute sane psicologicamente: vengono tolti anche oggetti acquistati in spesa".
"Carcere costoso"
Per quanto riguarda l'accesso al lavoro, ci dovrebbe essere una graduatoria. "Ma non viene rispettata - chiariscono le persone ristrette nella sezione femminile - varie detenute hanno spese fuori di qua e figli da dover mantenere. Il carcere è costoso: il percorso non è riabilitativo, ma afflittivo".
"Infine - aggiungono - a noi crea un grande disagio il fatto che vengano chiuse le celle mezz'ora prima alla sera e un'ora durante ogni distribuzione del vitto". Le "donne" delle Vallette hanno scritto più volte alla direttrice per un incontro, ma senza aver mai avuto una risposta. Problemi più volte denunciati alla e dalla Garante comunale dei detenuti Monica Cristina Gallo.
A peggiorare il quadro il nuovo Ddl sulla Sicurezza, che punisce in modo più severo anche le forme di protesta più pacifiche.