Economia e lavoro | 09 luglio 2025, 07:00

Project manager, un professionista che sta trovando il suo spazio operativo soprattutto nelle startup

Quando si pensa ai ruoli manageriali più alti, di solito, ci si riferisce alle grandi aziende, quasi come se solo le multinazionali avessero bisogno di ordine, metodo e strategia.

Project manager, un professionista che sta trovando il suo spazio operativo soprattutto nelle startup

In realtà, le cose non stanno esattamente così.

Se c’è una lezione che le aziende innovative hanno imparato, spesso sulla loro stessa pelle, è che la creatività senza una struttura rischia di implodere su se stessa. 

Qualunque azienda, incluse le startup in fase embrionale, anzi forse soprattutto una startup, ha bisogno di qualcuno che tenga insieme obiettivi, tempi, risorse e persone. 

Qualcuno con una visione trasversale e operativa, come un project manager.

La figura del project manager incarna pienamente il concetto di collegamento tra le idee e la realizzazione concreta e di catalizzatore del lavoro di squadra. Soprattutto in un contesto frenetico, come quello dell’innovazione, dove i progetti cambiano velocemente e l’incertezza è la norma, la sua presenza diventa un asset prezioso per coordinare flussi, monitorare i rischi e mantenere la barra dritta anche nelle fasi più turbolente.

Spesso si pensa al PM come a una figura ingessata, più adatta al mondo delle corporate strutturate. Al contrario, proprio chi lavora in ambienti dinamici e in rapida crescita, startup, scale-up, aziende tech, ha bisogno di persone capaci di tenere insieme strategia ed esecuzione

Il project manager, in questi casi, diventa una sorta di custode del focus, colui che aiuta il team a non perdersi,  gestire in modo efficace il tempo e a connettere i punti tra i vari attori coinvolti nel progetto.

Il project manager riesce agilmente a prevenire conflitti, allineare le aspettative e facilitare la comunicazione. Tutti elementi fondamentali in un ambiente dove i ruoli si sovrappongono, le decisioni vanno prese in tempi brevi e le priorità si rimescolano continuamente.

Inoltre, oggi più che mai, il project manager è anche portatore di cultura, intesa come cultura dell’efficienza, della collaborazione e del risultato, a patto che sia un professionista aggiornato e attento agli orientamenti del mercato.

Ponendola come la figura razionale e organizzata, il fulcro della traduzione operativa delle idee più innovative e strategiche, è necessario che abbia una visione talmente ampia da poter effettivamente portare valore aggiunto anche a una startup.

Ecco, allora, che il nodo cruciale risiede nella formazione costante.

Per quanto esperto e navigato possa essere un project manager, nelle realtà aziendali in cui si è formato, ha sempre bisogno di espandere il proprio circuito di conoscenze e competenze.

Chi intraprende questa carriera o desidera rimettersi in gioco in contesti più giovani e dinamici, dunque, può guardare anche a questo sbocco lavorativo, per puntare a un ruolo di riferimento per l’intera impresa.

Questo vale specie se già si è posto un titolo di prestigio, come il Corso di Project Management di 24ORE Business School strutturato appositamente per formare i manager di domani, dotati di flessibilità nei più disparati ambienti di lavoro e mercati di riferimento.

Nel programma didattico, di fatto, viene posta molta attenzione al modulo interamente dedicato alla gestione agile dei progetti, un approccio perfetto per ambienti a elevata variabilità, come quelli tecnologici o startup-based. 

L’agilità, infatti, deve rappresentare un vero mindset nel metodo di lavoro di un PM esperto e competente, un modo di pensare e pianificare che permette al PM di adattarsi ai cambiamenti continui, ridefinire obiettivi e mantenere la produttività del team anche in scenari incerti.

Il corso si svolge interamente online, con contenuti on demand e sessioni live con docenti esperti, offrendo la flessibilità giusta anche per chi già lavora. 

Risulta, quindi, ideale per formare profili pronti a interfacciarsi con realtà diverse, in grado di leggere contesti organizzativi e diventare subito operativi. 

In altre parole, si rivela come un alleato ideale per chi punta a fare dell’innovazione una professione concreta.








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